Diario di viaggio Primo giorno

Finalmente siamo riuscite a fare un viaggio assieme. Era da un po' che sognavamo di farlo. Ma con questo diario non vogliamo raccontarvi il nostro viaggio (sarebbe troppo banale), vogliamo raccontarvi le nostre sensazioni su quello che abbiamo visto. Perché abbiamo deciso di venire qua, tra Umbria e Marche, nelle terre martoriate dal sisma del 2016. Sapevamo che avremmo trovato le ferite di quell'evento, ma, sinceramente non pensavamo che fossero ancora così profonde. Sono passati sei anni da quel 30 ottobre 2016, quando la terra da queste parti tremò seminando morte e distruzione (303 morti, 388 feriti e oltre 41 mila sfollati), ma in alcuni posti sembra che sia successo ieri. Abbiamo visitato Visso, il cui centro storico è ancora ridotto a un cumulo di macerie e chiuso da transenne che recitano (come abbiamo visto anche in molti altri posti) “Zona rossa – Vietato l'ingresso” e sbirciando per quel che si può si vedono vicoletti ormai abbandonati, pieni di calcinacci e nei quali l'erba cresce tra le fessure dei lastroni che costituiscono la pavimentazione stradale. Siamo state a Castelluccio, che non esiste praticamente più, a Norcia, dove la maggior parte delle chiese sono ridotte ai muri perimetrali e a volte nemmeno quelli fino ad arrivare ad Arquata del Tronto, con il suo aspetto da paese fantasma, completamente disabitato (lì il sisma ha colpito davvero duro). Due cose ci hanno colpito profondamente: da un lato la tenacia della gente, con i suoi tentativi di ripristinare una sorta di normalità, i lotti di casette prefabbricate con i loro giardinetti, le piante e tutto ciò che da la sensazione di una casa vissuta, i tentativi di ricostruire un centro commerciale con dei container messi in circolo, le piccole cose di tutti i giorni che ritornano, come a voler significare che la vita va avanti; dall'altro lato il senso di profonda desolazione nella parte disabitata di questi paesi, dato non tanto dalle abitazioni distrutte, quanto da quelle rimaste in piedi, magari anche in buone condizioni, ma desolatamente vuote, come per dire che ormai non c'è più una speranza di rinascita nemmeno per coloro ai quali il sisma ha lasciato più o meno intatta la casa. Due ultime note di questa prima giornata: credevamo che non avremmo trovato turisti, invece, soprattutto le zone più famose, come Norcia o Castelluccio erano piene di gente, ottima cosa per risollevare l'economia di questa zona; infine ci ha colpite il fatto che sia sufficiente spostarsi nella vallata a fianco e improvvisamente è come se non fosse successo nulla: paesi ordinati, abitati, tutto normale, mentre a pochi km di distanza regnano distruzione e tristezza.