Fiorella Mannoia e Luca Barbarossa a Morro di Camerino (RisorgiMarche)
«I've seen things you people wouldn't believe, attack ships on fire off the shoulder of Orion, I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Time to die.»
Strade piene di viandanti di ogni età. Campi rilucenti di auto e di pannelli solari. Famiglie accampate sotto l'ombra di alberi solitari a mangiare frutta e panini prima di partire. Donne distese sul ciglio della strada, sfiancate dal sole cocente del primo pomeriggio, ma determinate a riprendere il cammino. Coppie di una certa età decise ad arrivare mano nella mano in cima ad una salita che sembra non finire mai. Nonne e nipoti, padri e figlie, tutti impegnati a superare un'erta che a quell'ora sembra la parete Ovest del Cervino. Migliaia – e non è un numero buttato là tanto per dire – migliaia di persone ordinate e tranquille in fila per riempire bottiglie vuote con l'acqua fresca dell'autobotte della Protezione civile. E poi ... E poi quando la musica comincia si sta tutti seduti e si riempie un altopiano. E ci sono un comico e due cantanti che ti fanno piangere dal ridere e dalla commozione, che ti fanno battere le mani e cantare con gioia e con rabbia. E scopri – cosa che non avresti mai creduto possibile – che c'è chi conosce a memoria persino le canzoni di Luca Barbarossa, che è davvero brillante e simpatico. E non c'è Gabbani o Yorke che tenga, perché la Rossa quando canta è divina, con la sua voce e le sue braccia ti prende il cuore e ti porta dove vuole. Perché ci mette passione e la scatena.