Giuseppe Parini – Il Giorno

Mercoledì 5 luglio il notaio di fiducia ha aperto il testamento di Silvio Berlusconi. Com'è andata ormai lo sappiamo tutti. Le quote Fininvest sono state divise tra i cinque figli; 100 milioni di euro andranno al fratello Paolo, altri 100 all'ultima fidanzata e 30 all’amico Marcello Dell’Utri. Parlando di amici ci sarebbero due esclusi importanti: Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. Sembra che non ci sia niente per Dudù e per Dudina, ma ci sarà qualcuno che si occuperà di loro. Questa cosa mi ha fatto tornare alla memoria come in passato gli aristocratici lombardi tenessero in grande considerazione i loro cagnolini. Ne scrive giustappunto Giuseppe Parini nella sua opera “Il Giorno”, quando ci racconta che la Dama – moglie del Giovin Signore a cui è dedicato il poemetto satirico-didascalico – licenziò in tronco un servo che aveva osato dare un calcio all’amata cagnetta (“Vergine cuccia de le Grazie alunna”) che gli aveva morso un piede.

… … Or le sovviene il giorno, Ahi fero giorno! allor che la sua bella Vergine cuccia de le Grazie alunna, Giovenilmente vezzeggiando, il piede Villan del servo con l'eburneo dente Segnò di lieve nota: ed egli audace Con sacrilego piè lanciolla: e quella Tre volte rotolò; tre volte scosse Gli scompigliati peli, e da le molli Nari soffiò la polvere rodente. Indi i gemiti alzando: aita aita Parea dicesse; e da le aurate volte A lei l'impietosita Eco rispose: E dagl'infimi chiostri i mesti servi Asceser tutti; e da le somme stanze Le damigelle pallide tremanti Precipitàro. Accorse ognuno; il volto Fu spruzzato d'essenze a la tua Dama; Ella rinvenne alfin: l'ira, il dolore L'agitavano ancor; fulminei sguardi Gettò sul servo, e con languida voce Chiamò tre volte la sua cuccia: e questa Al sen le corse; in suo tenor vendetta Chieder sembrolle: e tu vendetta avesti Vergine cuccia de le grazie alunna. L'empio servo tremò; con gli occhi al suolo Udì la sua condanna. A lui non valse Merito quadrilustre; a lui non valse Zelo d'arcani uficj: in van per lui Fu pregato e promesso; ei nudo andonne Dell'assisa spogliato ond'era un giorno Venerabile al vulgo. In van novello Signor sperò; chè le pietose dame Inorridìro, e del misfatto atroce Odiàr l'autore. Il misero si giacque Con la squallida prole, e con la nuda Consorte a lato su la via spargendo Al passeggiere inutile lamento: E tu vergine cuccia, idol placato Da le vittime umane, isti superba.

(1765)