(L)Ode a Cardarelli

Quattro anni fa ho lodato il direttore dei cinema d’essai del paese dove vivo perché a Natale, quando imperversano film per famiglie e cinepanettoni, aveva avuto il coraggio di proiettare “Dio è donna e si chiama Petrunya”, storia ironica e amara di una ragazza che si oppone ai poteri della Chiesa e dello Stato e ne esce a testa alta grazie alla sua sete di giustizia. Quest’anno non posso che ripetermi negli elogi. Nei giorni scorsi alla Sala degli Artisti ho avuto la fortuna di vedere tre film imperdibili che ti conquistano lasciandoti senza parole: “The Old Oak” di Ken Loach, “La Chimera” di Alice Rohrwacher e “Foglie al vento” di Aki Kaurismäki. Ero così appagato che avevo progettato di starmene a casuccia al calduccio fino all’arrivo del nuovo anno e invece quell’ostinato visionario del Cardarelli – che una ne fa e cento ne pensa – tira fuori il barbatrucco proprio la notte di San Silvestro. Avevo progettato di festeggiare l’arrivo del nuovo anno rilassato sul divano, lontano dai fuochi e dai botti, dalla dance music all’aperto, dal tunnel del divertimento e invece quel geniaccio che ti fa? Programma la proiezione dell’ultimo film di Hayao Miyazaki proprio mezz’ora precisa dopo il cin-cin, mandando all’aria tutti i piani.

Non è giusto! (...ma è bello...)