Ospitalità

🇲🇦 Marocco, Alto Atlas

Il sole si sta avvicinando al crinale della montagna, non mi rimane più di un ora di luce e l'attraversamento difficoltoso della gola mi ha fisicamente provato, per oggi non ce n'è quasi più. Non vedo posti appartati dove poter mettere la tenda, l'unica è andare avanti, in qualche modo farò. Da una delle prime case un cane inizia ad abbaiare “è arrivato qualcuno”, un contadino si paventa e ci salutiamo da lontano mentre il cane che ormai ha già fatto il suo dovere diventa tranquillo lasciandomi imboccare il vialetto. Non capisco il nome ma il campo di tsfa [1] poco distante è il suo.

Posso mettere la tenda nel campo?

Oui, mashi muskin [2]. Indicandomi però il cortile di casa

Shukran [3]

Ottimo!

Lo aiuto a portare un tubo grosso nel frutteto, che mi mostra orgoglioso, e terminato inizio montare la tenda; una bambina esce di casa correndo seguita con calma da quella credo essere la nonna, salutano.

Come solo un pastore sa fare appare dal nulla con il suo gregge, appena mi vede inizia a ripetere arrabbiato “la” [4] e io rimango di stucco; cerco di spiegargli che ho chiesto il permesso ma non ci capiamo, meglio cercare il contadino. Mi avvicino all'uscio dove lo trovo con la nonna, si volta solo lei, le indico la tenda e il pastore, lei risponde “la”. Ah bene! Il sole ormai è oltre le creste e inizio a smontare tutto pensando che posto troverò ora al buio.

Passano neanche 5 minuti e... il contadino porta il tè?!? Mi dice attakardà [5] facendo cenno d'interrompere lo smontaggio. Stranito guardo verso la casa, il pastore ora mansueto si avvicina dicendo “mashi muskin”... eh? Eeehhh? Per un attimo penso di andarmene lo stesso, non vorrei che con la luna cambiasse di nuovo idea, ma le gambe sono a pezzi, ormai è quasi buio e il suo sguardo è mansueto. Capisco però che i due devono aver bisticciato, forse il pastore è il fratello più grande sposato e il capo famiglia qui è lui, il non essere stato interpellato lo ha avrà indispettito.

Ma Allah è accogliente e tu non c'eri quando ha chiesto. Non potevo dire di no all'ospite, in fin dei conti è solo una tenda e domani andrà per la sua strada.

Però non avendo assistito, e comunque non parlando io arabo, non saprò mai come è realmente andata.

Mi faccio vedere che cucino così che eventualmente non si sentano in dovere di portarmi da mangiare, inutile! Alle 22.30, tipica ora di cena marocchina, mentre sto mangiando il mio cuscus il contadino arriva con un piatto enorme dove rimane una porzione abbondante di tajine [6] con patate, carote e carne, sotto il piatto l'immancabile Khubz [7] avvolto da un panno e a seguire pure del melone.

Che il bisticcio sia stato una prova per vedere come mi comportavo?

L'indomani mattina presto mi fermano pure per la colazione, il rifiuto non è contemplato! Perlomeno accettano volentieri i 3 etti di datteri che mi sono rimasti, anche se ho dovuto insistere quattro volte.

Il forno


[1] mele [2] nessun problema [3] grazie [4] no [5] qui intendono brava persona [6] è una pentola rotonda in terracotta con coperchio a forma di triangolo, la pentola stessa dà il nome alle pietanze che vi vengono cucinate: tajine di pesce, di carne, di verdure [7] o khoub, un tipo di pane basso e tondo adatto per fare scarpetta!

© Luca Mina Plaito

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