Scarpe

🇲🇦 Marocco, Alto Atlas

Hassan mi invita a mangiare sardine in scatola con contorno di cipolle crude e khubz [1] nel campo assieme ad altri contadini. Vuole venire clandestinamente in Italia pagando la tangente al doganiere marocchino per farlo passare; gli racconto di un mio amico che ha provato a fare lo stesso ma con un traghetto Marocco – Spagna, una volta arrivato il poliziotto spagnolo lo ha rispedito a casa dato che non aveva visto e passaporto. La cosa non sembra preoccuparlo.

Mi chiede il numero ma non ha il cellulare e nessuno ha carta e penna, per farlo contento gli dico “lo aggiungo alla rubrica del mio e più avanti ti contatto, ora non ho campo”. Per ringraziarlo dell'invito gli regalo un po' di quel poco che mi è rimasto, mezza confezione di cuscus e una lattina di pomodoro concentrato. Li accetta molto malvolentieri, per qualche secondo un espressione disgustata appare sul suo viso e chiede

Cos'è?

È cibo! Cuscus, matisha [2]

gli dico per cercare di tranquillizzalo, ma non sembra assolutamente contento... non faccio in tempo a ragionare se l'abbia offeso in qualche modo che mi dice

Dammi il telefono!

Ah ecco cos'era!

Non posso darti il telefono, mi serve e ho tutti i dati dentro

Comprane uno nuovo al prossimo paese!

No, non posso proprio darti il telefono, mi serve per il viaggio e i dati contenuti sono troppo importanti

Dammi il telefono

Ti dico che non posso davvero dartelo

Al paese ne compri un altro

No

Si

No

Non contento cambia discorso e mi indica i suoi piedi

vedi?

Avevo già notato che non indossava scarpe ma non sapevo se fosse perché lavorava nel campo col fango o se non le avesse proprio... era giusta la seconda! E ora ne vuole un paio, perché secondo lui il mio modo di viaggiare mi permette di portarmi appresso una scorta di scarpe. Gli mostro la suola delle mie sollevandola con un dito e separandola per metà dalla scarpa, il caldo inizia a mietere vittime e da una settimana entrambe sono scollate, spero non peggiori prima di trovare finalmente un calzolaio. Non mi sembra per nulla preoccupato dello stato delle mie scarpe, sicuramente gli andrebbero benissimo anche se rovinate e tre taglie di meno. Riattacca col cellulare, ora vuole un contributo per l'acquisto del nuovo! Trattengo una smorfia visto che all'inizio era stato cortese e gli offro le uniche monete che mi sono rimaste, 10 dh (1 €), ma le rifiuta. Diventa subito chiaro che vuole di più... e che p@ll€! Che pensi che te lo compro nuovo! Mi sono pure rimaste solo banconote da 200 DH (20 €) che ovviamente non tiro fuori.

Sempre non contento se ne esce con

verrà pioggia, fermati a dormire al mio villaggio

già, non vedo pioggia da settimane e le previsioni chiamavano un altra ondata di caldo. Questo mi crede proprio fesso! Rifiuto, ringrazio e saluto salendo in bicicletta, pedalando senza voltarmi.

Passando al suo paese anche qui i bimbi mi corrono dietro, ma nel farlo invece di ripetere all'infinito bonjou urlano senza esitazione “The Money, the Money”.

Purtroppo da un po' la gente è così, sono in una delle zone più povere del Marocco ma visto la bellezza dei paesaggi è frequentata da turisti e tanti abitanti si sono abituati a chiedere a prescindere: un altro voleva sempre delle scarpe (gettonatissime), un altro del whisky (ma non sei mussulmano?), due donne delle monete per amore (mi sono rifiutato d'indagare su cosa intendessero per amore). Scrollarseli di dosso diventa difficile quando sei l'unico pesce nei paraggi e nonostante le montagne variopinte di bellissimi colori passa la voglia di fermarsi o di accettare inviti se poi il rischio è incorrere in secondi fini.

[1] o khoub, un tipo di pane basso e tondo adatto per fare scarpetta [2] 🍅 pomodoro

© Luca Mina Plaito

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