Il Fediverso è cosa buona e giusta

(pubblicato il 10 novembre 2022) Logo Fediverso Immagine fornita da wikipedia.org

Premessa

Nel frattempo, in quel di Menlo Park…

Facebook non va più.

L’instant messaging in generale domina e quello di Facebook in particolare non è dei più popolari. La crasi della comunicazione attuale oltretutto impone di scrivere e leggere meno e guardare di più. Elaborare e comprendere un testo costa troppa fatica, un video è più semplice e immediato.

Ecco che Whatsapp e Instagram vengono fagocitati e, insieme a Facebook, nasce un progetto audace: META(VERSO)!

Sintetizzando e semplificando, il metaverso, concetto assolutamente non nuovo, può essere visto come l’insieme delle interazioni praticate in un mondo virtuale totalmente immersivo (qualcuno ha detto Ready Player One?), l’evoluzione esponenziale dell’attuale interazione su Internet.

Il progetto è molto ambizioso e molto embrionale ancora. Posso immaginare che questi 3 “mondi” siano l’apripista di una futura generazione di utenti che interagiranno indistintamente dall’una o dall’altra parte (carrozzati con apposite periferiche. Ricorre ancora Ready Player One)

E il Fediverso?

Ha origine molto prima (2008 grossomodo) e si basa su un principio sostanzialmente diverso ma ancora più rivoluzionario secondo me.

Il Fediverso nasce per risolvere i “problemi” delle reti sociali e di collaboration esistenti, vale a dire:

Si impone una riflessione…

Cosa ha decretato il successo di internet? La sua natura decentralizzata e distribuita. Perché non applicare lo stesso principio?

Ed ecco che i servizi che fanno parte del Fediverso sono distribuiti, invece che centralizzati e aggregati attraverso la federazione.

Il servizio, in realtà metaservizio distribuito, non è frutto di una singola installazione ma si compone di un insieme di istanze o pod (le risorse software corrispondenti alle installazioni su server) autonome che vengono federate.

Le identità o account nascono in una particolare istanza, ma grazie alla federazione possono interagire anche con identità appartenti a istanze diverse.

In questo modo qualunque attività di profilazione diventa impossibile visto che le identità non sono confinate nell’ambito dell’istanza a cui appartengono.

Come pure la natura distribuita di questi servizi va a sbriciolare sia la centralizzazione tipica di servizi come twitter o facebook, sia la dipendenza degli stessi da parte di una persona o di un gruppo di persone che avrebbero il potere di stravolgere completamente l’intero servizio.

ActivityPub

Questo “miracolo” è reso possibile dall’utilizzo di protocolli che permettono alle istanze delle applicazioni che li implementano di colloquiare fra di loro.

Uno dei primi protocolli ad essere stati usati in questo ambito è stato OStatus che, nel 2008, costituì le fondamenta di identi.ca, il servizio di social network federato basato su GNUSocial (ex-StatusNet, ex-Laconi.ca).

Un altro protocollo da menzionare è Diaspora che ha dato vita ad un social network federato, diaspora* appunto, piuttosto popolare nella seconda decade del 2000.

Oltra a GnuSocial, cominciò a nascere una pletora di altri servizi federati, via via sempre più popolari, basati su OStatus finché nel 2018, W3C presentò il suo protocollo, ActivityPub, che divenne lo standard de-facto per i servizi federati.

I protocolli, la pietra angolare della nuova comunicazione

L’uso di protocolli di comunicazione in realtà è un’idea meno innovativa di quanto possa sembrare.

Ciò che fa un protocollo come ActivityPub non è molto differente da quello che fanno i protocolli del decano dei social networking odierni: le e-mail.

L’e-email, se ci si riflette bene, consente alle identità di una particolare istanza (gmail per es,) di comunicare senza problemi con le identità di un’istanza completamente diversa (libero.it, per dirne una). E questo perché la comunicazione si basa su un protocollo condiviso da tutte le possibili istanze.

Ciò che avviene con ActivityPub non è molto diverso. Le identità di istanze diverse possono interagire fra loro scambiandosi messaggi, condividendo contenuti ecc. esattamente come farebbero con le e-mail

Ma spostiamo l’attenzione sulla concezione attuale delle reti sociali e alziamo il tiro.

AcvityPub, e in generale i protocolli di questo tipo, permettono ben altro e aumentano esponenzialmente le possibilità di interazione perché la loro implementazione da parte di un servizio permette non solo alle diverse istanze di un servizio di comunicare fra di loro ma lo rende possibile anche alle diverse istanze di servizi eterogenei.

Per farla breve, e l’esempio è riduttivo, è come se la mia utenza whatsapp fosse in grado di interagire con un account facebook. O instagram. Inoltre non va dimenticato che qui si parla di Fediverso, quindi non di singole istanze di servizi ma di federazioni di istanze e di servizi.

Esplorare il Fediverso

Orientarsi nella galassia di servizi sociali che costituiscono il fediverso non è semplice. Sono tanti e coprono praticamente qualunque esigenza.

Sicuramente uno dei riferimenti principali per chi vuole “sperimentare” il fediverso è costituito da Mastodon, un servizio di microblogging come twitter che fornisce anche tanta documentazione su cosa sia il fediverso.

Ci sono tanti altri servizi che, di fatto, possono sostituire le più comuni reti sociali note. Se poi i servizi federati utilizzati sono fra quelli che implementano ActivityPub, ho il valore aggiunto dell’interazione eterogenea fra reti sociali.

and so on…

Non è una lista esaustiva ma pensate solo alla ragnatela di comunicazioni possibili in un contesto del genere: reti sociali decentralizzate, distribuite, intercomunicanti. Qualcosa che trascende la comunicazione come la conosciamo finora, che forse Meta sfiorerà (ma sempre walled garden rimane) e che paradossalmente Google ha realizzato in qualche modo molto prima (il fallimento di Google+ ha ridimensionato un po’ la portata di quello che stava diventando un’enorme piattaforma sociale fra mail, file hosting, instant messaging, video hosting ecc)

Una panoramica molto più esaustiva della mia si può trovare su https://mastodon.it/it/fediverso. È un ottimo punto da cui iniziare e Mastodon in generale offre tantissima documentazione su questo argomento.

Altro risorse utili sono sull’onnipresente wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fediverso e https://joinfediverse.wiki/Main_Page

Come far parte del Fediverso

Uno dei modi migliori è probabilmente avere un account (o meglio, un’identità) su uno dei pod mastodon.

Si deve tenere presente che, dal momento che non esiste profilazione, lo strumento “propositivo” dei contenuti che possiamo aggregare, non avviene su base algoritmica ma banalmente dalle preferenze (tag) che esprimiamo all’atto dell’iscrizione. Grazie ai tag, ci verranno proprosti contenuti compatibili con le nostre scelte.

Le stesse istanze di alcuni servizi, soprattutto di microblogging e social network:

La scelta delle istanze di solito avviene dai siti principali di riferimento del servizio

Per quel che riguarda il fediverso “italofono”, (come viene definito) non si possono non citare i volontari e gli attivisti del gruppo Devol.it che gestisce importanti nodi del fediverso italiano come Mastodon.uno, Pixelfed.uno, Funkwhale.it, Noblogo.org, Mobilizon.it oltre ad una serie interessantissima di altri servizi liberi, gratuiti e ovviamente ultrarispettosi della privacy. Date un’occhiata a https://devol.it/

The last but not the least

Menzione speciale per Matrix, un protocollo decentralizzato per la messaggistica istantanea basato su http, avente lo scopo di superare i limiti di protocolli quali xmpp e irc.

È una soluzione completa di instant messaging testuale, vocale e video.

Rispetto alla concorrenza (Signal, Whatsapp e Telegram), oltre al suo essere decentralizzato, offre:

  1. controllo assoluto sui tuoi dati
  2. interazione con altre piattaforme attraverso il bridging
  3. E2EE di default (l’unica feature dell’elenco posseduta da Signal [1] e Whatsapp. Telegram è un disastro su tutti e cinque i punti)
  4. cross-signing per scongiurare login non autorizzati su altri dispositivi.
  5. totale anonimato (niente email o telefono per la creazione di un account)

Conclusioni

Ritornando alla premessa iniziale, non si può negare che l’intervento di Elon Musk su qualcosa che era considerato quasi patrimonio dell’umanità, fa riflettere e fa capire quanto possa essere rischioso che un mezzo di comunicazione così potente sia in mano a ad una corporation.

Sappiamo tutti che gli attuali colossi della comunicazione sociali nascevano su robuste fondamenta etiche: facebook, twitter, la stessa Google. Fondamenta etiche che si sono piegate alle volontà dei consigli di amministrazione.

È cosa nota ormai che questi servizi siano solo apparentemente gratuiti. Se si ragionasse su quanto costi mantenere servizi del genere, dovremmo concludere che viviamo in un mondo paradisiaco di corporation benefattrici, ma sappiamo bene che il prezzo che paghiamo per questi servizi sono i nostri dati.

E lo scandalo di Cambridge Analytica è lì a ricordarcelo.

Il fediverso è un dono.

È free software che ognuno può personalizzare e installare come vuole (come ha fatto Trump, la cui piattaforma Truth Social si basava in parte su una customizzazione di Mastodon), dal proprio ambiente locale fino a qualcosa di più complesso e strutturato.

Oppure si possono usare le istanze esistenti. Che hanno un costo come sappiamo, in termini di competenza, di tempo, di hardware.

Siamo padroni totalmente dei nostri dati che non vengono profilati e monetizzati ma sarebbe giusto contribuire e rifondere in minima parte l’enorme sforzo che viene profuso al solo scopo di renderci digitalmente liberi e consapevoli.

Note: 1. In realtà, Signal è più apprezzabile per altri aspetti rispetto ai suoi più blasonati competitor [↵]

#activitypub #devol #facebook #fediverso #freesoftware #mastodon #peertube #pixelfed #twitter