Il buco nero della RAI

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C’è un direttore della Rai, tale Paolo Corsini, che è andato alla Festa di Atreju e si è autodefinito militante attivo di Fratelli d’Italia.

Imbarazzante per tanti, ma in maggior misura per la Rai, che, più che scoprire che tra i suoi “imparziali” direttori ha un tifoso organico al partito di governo, scopre di non essersene sino ad ora accorta, di non avere gli anticorpi necessari per accorgersene.

Che è un po’ bizzarro per la radiotelevisione di Stato, quella che gli italiani pagano, scoprirsi testata giornalistica di partito.

Si dirà che in Rai la tessera giusta ha sempre aperto più che una porta e che i direttori, e non solo, hanno avuto spesso padrini politici importanti.

Annotazione che è talmente vera che i più si aspettano che questo “scandaletto” non arriverà neanche a Natale e che, sicuramente, non finirà con le dimissioni di Paolo Corsini.

Mancate dimissioni che, se non saranno imposte, screditeranno ulteriormente la Rai e renderanno ancora più odioso il balzello del canone, giustificato, ad oggi, con quella linfa della democrazia che è la necessaria libera e indipendente informazione.

E, spiace annotarlo, trasmissioni lodevoli, come Report, sono ormai diventate delle foglie di fico troppo piccole per nascondere le palesi vergogne di questo servizio sempre meno pubblico e, non per caso, con sempre meno pubblico.

blistok@proton.me