Cosa significa community?
Risposta ai recenti commenti in live di KenRhen e Korax
Il medioevo giapponese è stato caratterizzato da quasi 150 anni di instabilità e guerre: dopo il collasso dell’autorità centrale che amministrava i territori, i signori della guerra feudali iniziarono spietate incursioni e guerre per cercare di appropriarsi delle terre del defunto impero e mettersi al di sopra di chiunque altro. Regnava il caos.
Forse lo Shogunato Ashikawa è un paragone esagerato per l’attuale situazione esportiva italiana, eppure la dinamica è simile: PG ha perso di rilevanza, il LIT è stato informalmente declassato a un torneo con meno prestigio delle corse dei cavalli e tutti quelli che ne facevano parte in precedenza stanno cercando di lavarsene le mani o costruire il proprio feudo. Qlash è stato il primo attore a distaccarsene, poi in un secondo momento anche Brizz, Terenas e KenRhen. Questi paragrafi introduttivi servono a inquadrare la prospettiva dalla quale KenRhen ha commentato gli eventi in live da Deugemo lunedì 3 Marzo nella puntata 171 di Studio League, nella quale (secondo la mia lettura) il noto costreamer barbuto non ha veramente partecipato alla discussione in modo edificante.
Una seconda premessa necessaria è che non ho nulla contro di KenRhen in particolare; non intendo scatenare faide di alcun tipo e spero che i suoi costream continuino a gonfie vele. In questa lettera cercherò di discutere unicamente delle idee e del significato della parola “community”, in quanto (chi mi conosce lo sa molto bene) ciò che mi interessa è capire quali sono le condizioni necessarie affinché una delle nostre passioni condivise non affondi. Il drama non mi porta alcun ritorno (non ho né canali su cui raccogliere visualizzazioni né un account Twitter), e come nel caso della famosa lettera del 2019 ciò che mi interessa è discutere apertamente con i membri della community.
Iniziamo dalla parte facile: League è un gioco complesso. Sì, è vero e lo è da anni, ma il tracollo critico della scena italiana non è legato in alcun modo alla complessità del gioco, poiché le altre realtà (ERL ma come anche Cina e Korea) non sembrano essere penalizzate da questa complessità. Anzi, la lega coreana LCK è la più profonda a livello di complessità tattica e strategica, eppure gli spettatori del campionato sono in costante crescita (Hanwa vs T1 di qualche settimana fa ha rasentato i due milioni di spettatori!). La prima grande community esportiva è nata intorno a Starcraft, un titolo infinitamente più complesso da giocare e guardare.
Secondariamente: le iniziative positive vengono ignorate dalla community, mentre si criticano fortemente gli errori. KenRhen ha già ammesso durante la live di avere intenzionalmente ignorato le iniziative positive della community, quindi non intendo portare altri esempi. Ciò che invece è importante sottolineare è che in questo periodo storico i fan di lunga data sono stati ripetutamente delusi sotto ogni punto di vista, tra promesse non mantenute, peggioramenti delle trasmissioni e abbandono di varie personalità. Penso che il sentimento di amarezza diffusa non sia solo normale, ma anche giustificato se si pensa che in genere chi porta queste critiche dure ha attivamente provato a cambiare lo stato delle cose in passato. Quando le critiche costruttive vengono ignorate, si passa a quelle distruttive; quando quelle distruttive vengono condannate, cosa rimane se non lamentarsi o abbandonare? Chi si lamenta è generalmente una minoranza; il resto semplicemente abbandona in silenzio.
Inoltre, il rapporto di fiducia tra i fan e chi produce contenuti non si può evocare spontaneamente: va guadagnato. La fiducia non si può imporre. Il modo migliore per ricostruire un legame coi fan è ascoltare le loro richieste, pratica che consistentemente è stata avallata da PG e che non mi sembra altri attori abbiano preso in considerazione; il fantomatico scrim-stream dei Macko (iniziativa riguardo alla quale personalmente non ho forti opinioni; è un contenuto come un altro) dopotutto non è stata richiesto a gran voce dai fan, ma un tentativo (giustificatissimo) di racimolare visualizzazioni e interazioni che non arrivano dal campionato principale ormai defunto. Visualizzazioni che però non sono arrivate nelle quantità attese. Dopotutto, chi ha mai chiesto di guardare delle amichevoli?
Un altro controesempio è BTL: la lega d’intrattenimento (il fatto che abbia una forma competitiva è secondario) organizzata da Qlash viene seguita con trasporto da migliaia di fan (perlopiù di ANC, a causa delle personalità note nella rosa) nonostante sia difficile reperire informazioni sui playday e la comunicazione sia scarsa. Non è questo un esempio assai più concreto di iniziativa positiva?
Infine, la parte peggiore di tutta la trasmissione sono stati i ripetuti statement in cui la parola “community” veniva usata alternatamente come sinonimo di “massa becera e ignorante” o di “influencer e personalità non legate ad alcun organizer” a seconda del contesto. Da membro di Piazza, questo è profondamente svilente, poiché abbiamo mostrato ripetute volte che la community non è una massa informe da addestrare come cani rabbiosi ma che ha agency ed è parte attiva nelle discussioni e nella costruzione di narrative. Fa ancora più male se invece penso a questo messaggio inviato in chat:
Da moderatore di una community, ho visto passare dozzine di drama negli anni e persino i più folli e incendiari (ricordate YDN e Gaia? O la Lunga Settimana in cui Lapo abbandonò PG e Zhydaris fu costretto a rivelare i bilanci di PG prima di abbandonare anch’egli?) non ci sono state minacce di morte in DM né furgoni alle porte di Buccinasco o altre ripercussioni. In una community dedicata esistono le discussioni e soffocare ogni disaccordo sul nascere è il modo perfetto non per “addestrarla a comportarsi bene” ma per silenziarla e far sì che rimangano solo i membri disinteressati che cercano solo intrattenimento passivo. Una community non può dirsi “buona” solo perché non c’è alcun membro che flamma, altrimenti la chat di LIT sarebbe una community eccelsa (poiché deserta).
Aggiungo anche un breve estratto dalla live del 7 Marzo di Korax sul canale Twitch dei Macko, in cui lo storico team manager suggerisce di “ricostruire la community”. Cosa significa? A mio parere è un’altra frase fuorviante che sottintende un messaggio ancora diverso (che peraltro condivido), ovvero di coinvolgerla di nuovo. La “community” sta ancora lì, in Piazza e su Twitter e nei canali degli streamer. Non è stata distrutta, non è stata disintegrata. È stata delusa. “Ricostruire” sottintende una fondamentale incomprensione di come coinvolgere di nuovo i fan, di dargli un nuovo motivo per appassionarsi e avere fiducia. Ammiro il tentativo dei Macko di provare a ergersi come “Karmine Corp d’Italia”, ma era una missione destinata a fallire poiché mancavano e mancano le condizioni necessarie che ci sono invece in Francia. Quali queste siano esattamente non è compito mio dirlo, quanto invece del TO, dei manager e degli attori direttamente coinvolti (ma certamente è salutare discuterne anche tra noi fan). Dubito fortemente che sia invece “colpa dei fan” che non li hanno supportati abbastanza, come si è solito sentire in molte interpretazioni.
Quest’analisi è dunque rivolta alla community, a chi di noi ancora spera nella possibilità di un campionato che valga la pena essere seguito e a chi crede che l’esempio dei cugini francesi (non solo dei KC ma OTP in quanto organizzatore) sia replicabile anche in Italia. Discutiamo di queste iniziative, di cosa manca e di cosa vuole questa community. È vero, ora la disillusione è assai più grande che nel 2019, ma ci siamo già attivati una volta per realizzare qualcosa che fosse davvero genuino e sono convinto che possiamo rifarlo.
Un’ultima nota sul Periodo Sengoku. L’era dei Signori della Guerra terminò pochi decenni dopo l’arrivo degli europei. Ieyasu Tokugawa fu il primo a usare le armi da fuoco importate da loro; sbaragliò i samurai avversari (più di quarantamila morti) e instaurò la dinastia autoritaria che nei secoli seguenti deforestò e impoverì l’intero Giappone fino all’industrializzazione.
Forse possiamo evitare questa traiettoria.
- Andrea “Clockwork” Barresi