continuo a credere in una disseminazione/diffusione (e militanza politica e letterario-artistica) orizzontale, e diffido di una prassi verticale e centripeta. i social e qualsiasi altro luogo della superficie mainstream della rete blandiscono e capitalizzano il narcisismo e la separazione degli utenti (e dei) critici, quindi privilegiano l'aspetto centralizzatore e verticale: “apri il tuo account su instagram (tiktok ecc.) e diventa un influencer”. (implicito: trasforma tutti gli altri in spettatori; l'“Io” della vicenda sei tu).
al contrario, l'idea orizzontale e rizomatica del modus operandi che mi convince ha al fondo un progetto di distribuzione delle informazioni (recenti, storiche, politiche, artistiche ecc.) e di connessione tra le persone, di estensione della rete dei contatti, di movimento (di) collettivo.
inoltre, alla strategia della disseminazione corrisponde – per me personalmente – un'attività di diffusione, anche, di “esche” disperse nei social generalisti. link che portano fuori da questi.
[alcune notille anche qui: https://slowforward.net/2025/12/20/se-vale-la-pena-o-no-restare-su-facebook-ecc/]
[continua]