di cosa parliamo quando parliamo di installazioni testuali o di testi installativi?
credo di aver trovato qui uno degli esempi più interessanti e sostanzialmente, direi, anche estremi: https://slowforward.net/2025/12/26/zipf-maneuvers/
altri ce ne sono, alcuni li avevo menzionati anni addietro qui: https://slowforward.net/2020/08/14/testi-installativi/
* per inciso, mi va di far notare e rammentare – alla compagine della critica ma soprattutto alla banda della poesia italiana – che, absit vanitas verbis, una buona e credo anche utile parte di categorie critiche con cui negli ultimi vent'anni si è analizzata la realtà letteraria è stata coniata (e in linea di massima, con tanti miei limiti, teorizzata) da chi qui scrive; e/o dall'ensemble gammm: Broggi, Bortolotti, Zaffarano et moi.
penso a: assertività / non-assertivitá, scritture installative, cambio di paradigma, loose writing. (meno fortuna ha avuto l'espressione “flarf inconsapevole”, o “flarf irriflesso”, nonostante descriva ottimamente, anzi... forse proprio perché descrive ottimamente la quasi totalità della poesia italiana contemporanea, sedicenti “appartati” inclusi).
sono stato io, dal 2003 e poi con RomaPoesia 2005, a riparlare in maniera fitta e serrata di scrittura fredda, per dire. (un tema che ricorreva negli anni Settanta e Ottanta).
è un po' (“un po' tanto”) per merito di gammm e mio che da più di vent'anni si (ri)parla di scrittura di ricerca. in parte, in un pezzo sul “verri”, ne ho rintracciato radici arretrando fino agli anni Quaranta dello scorso secolo.
è stato il sito gammm a portare nel contesto della discussione teorico-critica il flarf e il googlism (e la relativa espressione “sought poetry” come altra cosa rispetto a “found poetry”), la scrittura concettuale, la prosa in prosa, il letteralismo.
è stato chi qui scrive a “salvare” Corrado Costa dal mero parasurrealismo e dalla semplice “giocosità” per legarlo alla sperimentazione francese di autori che esordivano negli anni Novanta. idem direi per Carlo Bordini, che oltretutto intendo continuare a salvare dal ghettizzante ventre di vacca della lirica. Bordini è uno scrittore di ricerca, anche. La cosa non è aggirabile. ma qui passo dal lessico ai casi specifici, e devo trattenermi.
passando dunque – e così concludendo – sul versante della critica d'arte, al confine con l'ambito verbovisivo, ho idea di essere stato tra i primi se non il primo a introdurre e diffondere in Italia l'espressione “asemic writing”, traducendola inizialmente come scrittura asemantica e poi asemica.