in alcune persone, personaggi, letterati e artisti soprattutto (non parliamo poi di attori e scimmie alfa), succede spesso se non spessissimo che il carattere sia gioviale, positivo, e la convivialità felicissima; per poi trasformarsi in egotismo psikonarcisistico allucinatorio e aggressivo non appena dalla tasca esce fuori il Ruolo, l'incommensurabile 'altezza' pubblica – in pubblico, in cattedra – della loro presenza, retorica, bibliografia, cultura, rete di relazioni e persuasioni, scena.
ma, rifletto, per quale caspita di motivo dovrei continuare a sobbarcarmi il senso di colpa di vivere questa loro contraddizione come una incapacità mia di fare switch tra le loro due personalità, gioendo con la prima e lietamente tollerando la seconda? non potrei semplicemente e credo anche umanamente mandare affanculo entrambe?