Lavinia Marchetti su fb cita dal libro di Iain Chambers:
“Forse, di fronte a uno Stato canaglia che persegue la pulizia etnica con intento di genocidio, rifiuta il diritto internazionale e si considera al di sopra delle risoluzioni delle Nazioni Unite, è giunto il momento di parlare seriamente di come affrontare direttamente Israele. Se appartiene all’Occidente moderno e democratico, come sostiene, ha bisogno di una seria riforma o, altrimenti, di essere messo in quarantena. E se la questione non deve essere semplicemente dominata dalle relazioni internazionali, richiede una risposta etica e democratica. Siamo chiari: il sionismo, in quanto impresa esplicitamente coloniale – e i suoi fondatori non hanno avuto remore a riconoscerlo – non può essere democratico nelle sue intenzioni. La protezione del suo dominio etnocratico richiede la purezza razziale e l’apartheid, ora incarnati nel suo apparato giuridico e nella sua costituzione. L’opposizione a questa critica di Israele, invariabilmente etichettata come antisemitismo, è essa stessa un attacco alla democrazia e alla ricerca della giustizia storica. In questo momento, l’ideologia sionista e la sua occupazione militare della Palestina stanno perseguendo, come in tutti i colonialismi, l’eliminazione dei nativi, proprio come in precedenza nell’imperium anglofono del Nord America e dell’Australia. La formazione violenta delle identità occidentali produce storie taciute e geografie dimenticate. Tuttavia, come ci insegnano i palestinesi, queste storie resistono e persistono”.
[Da Lampedusa/Gaza. L'orologio coloniale e i linguaggi interrotti, Orthotes, Napoli 2025, pp. 109-110]
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credo non ci siano parole più giuste da dire, dopo ottant'anni di pulizia etnica, razzismo, devastazioni, torture, e genocidio. israele deve essere giudicato per quello che ha fatto e fa, e per l'entità coloniale e genocida che è. la condanna è il minimo. è necessario un embargo radicale e totale, e – se necessario – un intervento militare congiunto di paesi non solo europei, per difendere gli abitanti di Cisgiordania e Gerusalemme, oltre che quelli (ancora vivi) a Gaza, dalla distruzione completa.
come l'Europa avrebbe dovuto fare fin dal 1933 con la Germania nazista.