un po' dopo il 2000, quindi a trentuno anni suonati da vari mesi, e forse anche oltre, ho pubblicato alcuni versi in una delle migliori/maggiori riviste cartacee (ancora in attività oggi), ossia “l'immaginazione”, èdita da Manni. la consideravo (ed era) una prima uscita – diciamo così – prestigiosa. sentivo che era scattato un click. una specie, insomma.

non che non avessi scritto cose di qualche pregio, prima (ero pur sempre uscito con una lunga prosa sulla straordinaria “Rendiconti”, di Roberto Roversi, nel 1997 quindi a 28 anni) ...però per molti aspetti era la situazione della poesia e della prosa in Italia a rivelarsi o a mio avviso apparire (e a posteriori direi che non avevo torto) depressa, piagnona e petrarcaica. questo, volendo tenersi cauti & buoni. la stessa sperimentazione, secondo me ritiratasi in una foresta fonosemantica tra il noioso e l'agghiacciante, pareva in stallo. voglio dire che, insomma, non c'era da sentirsi allegri. ma mettersi in ascolto sì, certo. sempre e comunque.

quello che è successo dopo l'ho raccontato varie volte (con le date 2006 https://gammm.org, 2009 Prosa in prosa, e 2013 Ex_it – Materiali fuori contesto, solo per iniziare). ok. però ciò che mi interessa annotare qui è che – come in tutto quel Novecento in cui tengo ancora un piede ossia ricordi vari – esordire era ancora, tra anni Ottanta (prime mie prove: 1989) e inizio Duemila, attendere attendere e ancora attendere. riprovare. studiare parecchio e inviare materiali a riviste, confrontarsi con le redazioni. riconsiderare i materiali, barrarne alcuni, magari parecchi. incassare critiche e ragionare su variazioni di percorso. eccetera.

bon. ora farò il vecchio boomer e dirò che: oggidì (!) non i trentenni ma già i ventenni e magari pure gli adolescenti e preadolescenti avanzano sparando a caso, correndo, e azzannano i social e le riviste in rete con testi invariabilmente frutto di immaturità e ingenuità anagraficamente spiegabilissime, come se però stessero proponendo ai lettori l'ultimo effato dello Spirito hegeliano. l'unica cosa veramente in sincrono col cosmo.

per non parlare del versante teorico che raramente si trattengono dal mettere in campo per puntellare l'effato. il loro kitsch asfalta ogni lettore minimamente sensibile. mi fermo qui.

p.s. al momento sono proprio pochi, assai pochi, gli autori di venti o trent'anni che stiano con sicurezza viaggiando verso una maturità o l'abbiano pressoché raggiunta. faccio sempre i nomi di June Scialpi e Antonio Francesco Perozzi. o del collettivo Angolo Cieco. non sono i soli ma vanno citati per primi.

ma altre annotazioni farò più avanti. ... [continua] [forse]



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