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Riflettevo sul concetto di “abitudine” e mi sono incuriosito nel cercarne l’etimologia, che ovviamente, come suggerisce la parola stessa, deriva da “abito”. Ma a sua volta quest’ultimo deriva da “modo di essere, disposizione dell’animo”, un significato molto più profondo di ciò che potrebbe fuorviare, ovvero il vestito esteriore. Così mi è venuto in mente che anche nelle relazioni, quando ci si lamenta del subentro di abitudine, si commette un errore grossolano, perché l’abitudine a comportarsi in un certo modo peculiare al rapporto c’era fin dall’inizio; è piuttosto il rinnegare, il rinunciare all’abito caratterizzante degli inizi a impoverire e sbriciolare il rapporto stesso. La stanchezza, il distacco, le piccole o grandi ostilità, il disinteresse, la perdita di stima e di rispetto, lo spegnersi di passioni ed emozioni, tutto questo è un vero e proprio tradire le abitudini iniziali, quando l’entusiasmo dimorava nella relazione. Credo sia un processo fisiologico, anzi: per coloro che posseggono il dono della resistenza, la capacità di mettersi in discussione e la volontà di tramutare le umane paure del cambiamento in coraggio, questo può essere un salto di qualità che conferirà alla conoscenza nuova linfa, un rinnovato modo di vivere in compartecipazione.

#riflessioni

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Non vi avvilite, siate portatori di generosità, di gesti cortesi, di sorrisi, di cordialità. Siate l'estate che domina l'inverno, siate un lampione in ogni strada scura, non siate pallosi e pesanti, che poi gli altri vi evitano. La gente ha sempre qualche problema, qualche dolore nascosto, qualche turbamento di salute, non vi mettete anche voi ad appesantire la situazione, siate gentili che nulla vi toglie, che cosa vi costa? Usate parole di tolleranza con tutti, non v'impicciate del sesso degli altri, di chi ama chi, non sono cazzi vostri, amate ciò che amate e non impedite agli altri di amare ciò che amano, non è l'amore che distrugge il mondo, ma l'odio e l'interesse personale a scapito di quello collettivo, insomma, partecipate con allegria alla vita che il buio nell'anima fa male e compromette ogni rapporto umano e familiare e vi fa diventare brutti, siate la cura e mai la malattia.

#riflessioni

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Questa foto è una delle mia preferite. Non c’è un particolare motivo forse la sensazione vitale di luce e natura. Un sole indefinito che può essere poco dopo l’alba o poco prima del tramonto, erbe e fiori selvaggi di un campo qualsiasi, il tutto a significare l’importanza della natura anche se anonima.

#Fotografie

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Visitare e fotografare Venezia è sempre un grande piacere. Questa è la basilica della madonna della salute. Una leggera foschia che a gennaio è normale, crea un alone velato da rendere leggermente misterioso il “soggetto” primario in lontananza e visibilmente a fuoco lo stallo delle gondole, il soggetto secondario.

#Fotografie

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Passeggiata al laghetto di un’ex cava tra Maerne e Martellago, due paesotti dell’entroterra veneziano. Attorno al lago, c’è un grande parco pubblico, molto frequentato soprattutto in primavera ed estate. Oggi sei gennaio, giorno del mio compleanno, è parzialmente ghiacciato. Il gioco riflesso “cielo acqua” non certamente originale e usato da qualsiasi fotografo almeno una volta nella vita, rende sempre un’immagine ineffabile.

#Fotografie

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Uscire dalle abitudini della quotidianità che la vita, a volte crea, è un’impresa difficile. Col passare del tempo nascono tanti piccoli fili sottili e resistenti come ragnatele che, a loro volta, creano un’impalcatura, uno scheletro, dal quale è difficile uscire. Ogni giorno, si sente quasi il dovere e l’obbligo di comportarsi al medesimo modo, seguendo il medesimo percorso e adottando le medesime azioni. Forse si chiama “aspettativa”, questa architettura fatta di gesti, questa abitudine fatta di comportamenti uguali. E nasce quasi spontaneo il tangibile desiderio di uscire da questo binario, il voler trovare quel qualcosa che dia una sterzata alla quotidianità ormai stantia. E il desiderio si sa, è illuminazione.

#Riflessioni

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È solo questione di tempo, e la relativa azione nasce dall’essere presente, sul pezzo, nel non lasciar andare ciò che reputiamo davvero importante… Nessuno si sbatte l’anima per qualcosa di cui non sia veramente convinto che valga la pena farlo… Perché è tutto relativo… L’assoluto, il “mai” e il “per sempre” sono solo nostre “cornici” alla realtà, per non smarrirsi davanti al Tutto, all’Infinito, all’Universo… Ma nulla è mai e niente è per sempre… Tutto scorre, e scorrendo muta… questa l’insondabile, eterna Legge del Logos, del viaggio della Vita…

#riflessioni

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Il sabotaggio sottile di se stessi, protegge la memoria.

Non elimina nulla, ma schiarisce, anestetizza, sbiadisce le cose che fanno più male.

Dev’essere quella cosa che chiamano difesa, o forse l’arte di sopravvivere a se stessi.

#versi

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Ogni tanto si sparisce, non si riesce a fingere di essere felici.

Come il sole, si prendono le distanze dalle stelle.

Si finisce per brillare, dove nessun occhio a modo di guardare.

Ci si allontana gettandosi nel gelo delle nostre solitudini.

#versi

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Parlare sempre di attualità. Perché parlare di ciò che è inattuale e sfugge al tempo per farsi universale presente, è davvero difficile.

Scrivere d’amore, di morte, della vita in generale, dei sentimenti e di come e cosa siamo fatti è compito impervio. Lì si vede la capacità del linguaggio.

La lunga meditazione in vita che permette di astrarsi da ciò che possediamo per scomporci in piccoli anfratti di pensiero che come mosaico illustrano la vita.

#riflessioni

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