Con secondogenito in cucina. Si avvicina al bancone, è sovrappensiero. “Che cosa voglio?” si chiede. “Ah, sì, il pane” aggiunge, si avvicina al forno e lo prende. Mi schiarisco la voce: “avevi un obiettivo semplice per la tua vita”. Sorseggio il te.
Secondogenito sorride, guarda il pane che tiene in mano. “Ora che ho ottenuto quello che desideravo – dice – cosa posso volere di più?”. Osserva ancora il pane. Si risponde da solo: “Altro pane. Sempre più pane”.
Cerco di non ridere ma non ci riesco: cerco di mandare giù il te che avevo in bocca, sento che sale su per il naso. Collasso, a modo mio, d'amore.