[pranzo con terzogenita e secondogenito]
Terzogenita mangia la zuppa di ceci pensando e poi mi chiede, “ma papà, esistono dadi a sette facce?”. Ci penso. “Immagino di sì” dico, “non hanno forma di cubo, ma esistono”. Lei continua a mangiare la zuppa e poi chiede ancora, “e dadi a una faccia?”. Ci penso. “Quelli no – rispondo – a una faccia no”.
Interviene secondogenito, “in realtà” dice. Fa un pausa, cambia posizione sulla sedia. Fa cadere i capelli davanti al volto. “In realtà – riprende – se lanci una sfera per terra, hai lanciato un dado a una faccia”. Mi guarda, non dice niente altro, mangia la zuppa.
Lo guardo. Ci penso. “Una sfera” dico. “Una sfera” dice lui. “Allora – dico io – anche se lanci una moneta senza nessun simbolo su nessuno dei lati, anche in quel caso...”. Terzogenita mi ferma, “no – protesta – anche se non ci sono simboli ha comunque due lati!”.
Interviene secondogenito. “In realtà” inizia. Fa un pausa, cambia posizione sulla sedia. Fa cadere i capelli davanti al volto. “In realtà – dice – tre lati”. Io apro lo bocca per dire qualcosa, guardo secondogenito, guardo terzogenita, chiudo la bocca.
Ci penso. “Ha ragione secondogenito” dico dopo un po'. “Una sfera è un dado a una faccia, il mio esempio era sbagliato” ammetto. E intanto la zuppa di ceci è finita.