Sto andando in auto a prendere mia figlia da non ricordo bene dove, comunque abbastanza lontano da Genova da prendere l'autostrada e sono lì che penso e ascolto la musica pensando non devo addormentarmi non devo addormentarmi non devo addormentarmi quando la macchina inizia a fare un po' di fatica in salita e io penso, strano, strano strano e in quel momento vedo un indicatore che in genere è sempre puntato al basso che sta puntando all'alto, verso una zona che è colorata di rosso e l'indicatore ha un simbolo tipo acqua che bolle e io apro la bocca e dico caaaaaaaazzo.

Rallento e l'indicatore scende e poi sale e poi scende e io inizio a sentirmi come coso, quello di Duel, il film di Spielberg basato su una sceneggiatura che non era di Stephen King ma avrebbe benissimo potuto esserla, comunque continuo a guidare e ora ogni secondo dura un'eternità, guardo i cartelli che mi indicano quanto manca alla stazione di servizio più vicina e intanto cerco di ricordare il simbolo con l'acqua che bolle cosa cavolo indica.

Il problema delle auto è che funzionano per il 99% delle volte senza intervento umano ma in realtà dentro sono piene di tubetti, fili, serbatoini che contengono olio, olietti, acqua, refrigeranti, fusibili che tu dovresti sapere dove sono e come controllarli ma siccome fanno tutto da soli io il massimo che so fare è accendere e spegnere l'autoradio e quando succede quell'1% che finisce uno di questi liquidini non è che la macchina manda un messaggio d'errore, per tempo, tipo venerandi guarda che l'olio sta per finire, hai ancora quindici giorni di tempo, no, in genere se si accende una spia, e non è detto che lo faccia, hai giusto il tempo di bestemmiare e il motore si fonde.

Poi uno dice le auto elettriche.

Comunque arrivo rantolando dentro all'autogrill, posteggio e tiro fuori il manuale per vedere cosa vuol dire il simbolino e scopro che è collegato al radiatore. Il radiatore, lo dico per chi avesse questo dubbio, non ha niente a che vedere con l'autoradio. Le mie competenze sono inutili. Il manuale dell'auto non mi spiega cosa serve il radiatore, ma mi dice che se si alza la temperatura devo andare in un centro specializzato.

Lo fa sempre il manuale, per qualsiasi cosa il primo consiglio che ti dà è di andare in un centro specializzato. Si accende la spia dell'olio? Vai in un centro specializzato. Si alza la temperatura? Vai in un centro specializzato. Il tergicristalli pulisce male il vetro? Vai in un centro specializzato.

Chi scrive i manuali non sa cosa succede nei centri specializzati. In genere nei centri specializzati ci sono maschi alfa che aspettano lì per bullizzarti. Stanno lì ad aspettare con le mani sporche d'olio, appoggiati al muro e appena arrivi con la tua auto piena di lucine che lampeggiano iniziano a bullizzarti.

Mai andare nei centri specializzati. Consiglio mio.

Il secondo consiglio è quello di controllare i livelli [vedi capitolo livelli]. Vado al capitolo livelli. Nel capitolo livelli mi dice di controllare il livello dell'olio, e quello lo so fare, e di controllare il livello del liquido refrigerante del radiatore, e quello onestamente non sapevo nemmeno che ci fosse.

Dico, beh, lo faccio, cosa vuoi che ci voglia. Leggo il manuale e mi dice occhio venerandi. Occhio. Per controllare il livello del liquido refrigerante del radiatore deve fermarti, aspettare un'ora, girare due volte il tappo senza aprirlo del tutto, aspettare per vedere se la macchina esplode, se non esplode aprire del tutto il tappo stando attento che il liquido bollente non ti uccida o ustioni la mano. Questo è il succo.

Mi guardo le mani.

Decido di chiedere consiglio al benzinaio. Dopo tre giorni di esami di maturità orali di tipsit dove gli studenti ripetono come un mantra che è importante il lavoro di team, che non puoi fare tutto da solo ma devi sempre lavorare in team per distribuire il carico di lavoro, decido che il benzinaio fa parte del mio team, anche se non lo sa.

Il benzinaio dell'autogrill mi guarda, io gli espongo il problema, lui mi dice solo “è il liquido refrigerante del radiatore”. E poi aggiunge. “Portami qui la macchina”. Indica un punto impreciso tra lui e l'infinito. In quel momento gli voglio bene.

Porto l'auto, gli apro il cofano, lui si avvicina e inizia a svitare un tappo a caso del vano motore. Io guardo la sua mano che svita il tappo con una certa tristezza perché so, me l'ha detto il manuale, che tra poco la colata lavica del serbatoio gli fonderà le dita. Invece non succede niente. Lui gira il tappo, fa la pausa dopo il doppio giro, la macchina non esplode, toglie il tappo, guarda dentro, guarda me e non mi fa il solito sorriso da maschio alfa, ma fa un sorriso complice, doloroso. “Non c'è rimasta una goccia” dice. “Ah cazzo” dico io.

Mentre versa dentro il liquido refrigerante del radiatore mi dice che mi è andata bene che me ne sono accorto. Mi guarda con ammirazione. Lo dice per due volte. “A me è successo uguale” mi confida. “Solo che non me ne ero accorto. Mi si è fuso il motore”. “Cazzo cazzo” dico io.

Alla fine riparto, lo saluto davvero calorosamente, lui mi fa un cenno, come uno sceriffo in un avamposto nel selvaggio West. Dolly: la mia Nemo che si perde nei meandri dell'autostrada mentre il benzinaio mi guarda allontanarmi, si alza con la mano la visiera del cappello da cow boy, smette di masticare e sputa per terra. Cespugli passano tra me e lui, spinti dal vento di ponente.