Un Tuffo nei Ricordi: Black Myth: Wukong e la Magia dei Soulslike

Devo ammetterlo, è da un po' che non mi immergo in un vero e proprio Soulslike. Dopo ore e ore spese a esplorare mari sconfinati su Sea of Thieves, con la sua atmosfera rilassata e pirata, mi sono trovato a desiderare qualcosa di diverso. Qualcosa di più intenso. Quando ho visto i trailer di Black Myth: Wukong, mi è sembrato di tornare ai vecchi tempi, quelli in cui affrontare un boss gigantesco in un universo oscuro e mitologico era una sfida che non potevo ignorare.

Villaggio abbandonato: Un piccolo villaggio diroccato immerso in un ambiente oscuro, con case distrutte e una strana figura che si intravede tra le ombre.

Un Ombra dei Soulslike

La prima cosa che mi ha colpito di Black Myth: Wukong è quanto sembri prendere a cuore l’eredità dei giochi Soulslike. Dai movimenti del protagonista ai colpi devastanti dei boss, ogni frame trasuda una familiarità che ti fa sentire a casa. Eppure, non è una copia carbone. Wukong prende il DNA di giochi come Dark Souls o Sekiro: Shadow Die Twice e lo infonde di una mitologia orientale che, almeno per me, è come una ventata d’aria fresca.

Prendi i combattimenti, ad esempio. Non è solo una questione di difficoltà. I Soulslike sono famosi per il loro approccio metodico: osserva, impara, colpisci. In Black Myth: Wukong, sembra che ogni boss abbia una personalità propria, uno stile unico che ti costringe a ripensare continuamente alla tua strategia. È come danzare con un partner imprevedibile, dove ogni passo sbagliato ti costa caro. E, onestamente, non è proprio questo che rende un Soulslike così speciale?

Paesaggio montano nebbioso: Una vista mozzafiato di montagne avvolte nella nebbia, con un tempio antico visibile in lontananza, incorniciato da un cielo grigio.

Una Mitologia Che Parla

Se c’è una cosa che differenzia Black Myth: Wukong dagli altri giochi del genere, è il suo legame profondo con la mitologia cinese. Il protagonista, Sun Wukong, è una figura leggendaria che risale al classico della letteratura “Il Viaggio in Occidente”. Ma non è solo la storia di Wukong a rendere il gioco affascinante; è tutto il mondo che gli ruota attorno. Déi, demoni e creature bizzarre sembrano usciti direttamente da antiche pergamene e storie tramandate di generazione in generazione.

Guardando le creature nei trailer, non potevo fare a meno di pensare a quanto fossero vive. Non erano solo nemici da abbattere, ma veri e propri personaggi, ognuno con una storia da raccontare. Ed è qui che Wukong supera molti Soulslike: non ti lancia contro un mondo solo per il gusto della difficoltà. Ti invita a esplorarlo, a scoprirlo, come un vecchio racconto attorno a un falò.

Sun Wukong in una foresta mitica: Il protagonista, Sun Wukong, brandisce il suo bastone dorato in una foresta avvolta da una luce eterea, circondato da alberi antichi e radici contorte.

L’Impatto del Combattimento

Se sei come me, un appassionato di giochi che premiano la precisione, saprai quanto sia importante sentire ogni colpo. Ogni attacco deve avere peso, ogni schivata deve sembrare guadagnata. Black Myth: Wukong sembra capire questa dinamica alla perfezione. C'è qualcosa di incredibilmente soddisfacente nel vedere Wukong usare il suo bastone in modi sempre diversi, trasformandosi e adattandosi alle situazioni. E non parliamo solo delle animazioni: è il ritmo del combattimento, quella danza tra attacco e difesa che rende ogni scontro un evento memorabile.

Mi ricorda i miei primi passi su Dark Souls, quando affrontare il Gargoyle sul tetto era una questione di vita o di morte. Ogni movimento contava, e l'adrenalina scorreva come mai prima. Con Wukong, sembra di rivivere quelle sensazioni, ma con un tocco di spettacolo in più. Non mi sorprende che tanti stiano aspettando il gioco proprio per i suoi combattimenti spettacolari.

Wukong in trasformazione: Sun Wukong si trasforma in una creatura mitologica durante un combattimento intenso, con il suo bastone che si allunga verso il nemico.

Un Mondo Da Scoprire

Non è solo il combattimento, però. I Soulslike hanno sempre avuto mondi che sembrano vivi, pieni di segreti da scoprire e di storie da interpretare. Black Myth: Wukong sembra spingere ancora oltre questa idea. La varietà degli ambienti mostrati nei trailer è incredibile: foreste lussureggianti, montagne nebbiose, templi abbandonati. Ogni luogo sembra raccontare una storia, ogni dettaglio sembra mormorare segreti antichi.

Mi ha ricordato quando per la prima volta ho messo piede a Lordran in Dark Souls. C'era questa sensazione di meraviglia e terrore, come se ogni passo potesse rivelare qualcosa di straordinario o portarmi alla rovina. Con Wukong, quella stessa sensazione sembra tornare, ma con un filtro mitologico che aggiunge profondità e mistero.

Creatura demoniaca in primo piano: Un demone con corna contorte e occhi fiammeggianti emerge dall’oscurità, pronto ad attaccare, con dettagli intricati e una pelle rugosa e spettrale.

Perché Amiamo i Soulslike?

A questo punto, mi sono chiesto: perché giochi come Black Myth: Wukong attirano così tanto? Certo, c’è la sfida, ma c'è di più. Credo che sia la sensazione di superare qualcosa di impossibile. Quando finalmente abbatti quel boss che sembrava invincibile, quando scopri quel segreto nascosto che ti fa vedere il mondo sotto una nuova luce, è una vittoria che va oltre il gioco.

E poi c'è la comunità. Parlare delle proprie sconfitte, delle vittorie sudate, dei piccoli dettagli che altri potrebbero aver perso. Ricordo ancora i lunghi dibattiti su quale fosse la build migliore per affrontare Artorias o come trovare ogni pezzo della storia di Bloodborne. Con Wukong, immagino già quelle conversazioni, quei momenti di condivisione che rendono questi giochi un’esperienza collettiva, oltre che personale.

Scontro epico contro un boss: Wukong affronta una creatura gigantesca e mostruosa in una radura tempestosa, con fulmini che illuminano la scena.

Aspettando Wukong

Mentre aspetto l'uscita di Black Myth: Wukong, mi rendo conto che la mia pausa dai Soulslike potrebbe finalmente finire. C'è qualcosa di magico in questo gioco, qualcosa che mi chiama. Forse è la nostalgia, forse è la curiosità di vedere come questa formula possa evolversi con un tocco di mitologia orientale. Per ora, mi accontento di sognare, di immaginare quelle battaglie epiche e quei momenti di pura adrenalina. E quando finalmente il gioco arriverà, sarò pronto, bastone alla mano, pronto a immergermi in un’avventura che promette di essere indimenticabile.