Bigoulin e il ponte del diavolo
Amici miei, ogni anno, con l'avvicinarsi della fiera di Lanzo, inzio ad essere pervaso da un grande entusiasmo, un desiderio di giochi e novità che non posso ignorare.
Certo, la mia età è fatta di sussurri antichi e di sogni mai svaniti, ma sono pur sempre un bambino di dieci anni e i miei viaggi mi portano spesso a scoprire che il confine tra fiaba e realtà è più sottile di quanto si creda.
Quell'anno, mi stavo recando a Lanzo, non lontano dal mio amato Viù, per la fiera annuale, pensando alle attrazioni, ai musicisti e agli artisti di ogni genere che avrei incontrato.
Il sentiero mi condusse verso il famoso Ponte del Diavolo, un'opera che avevo sentito nominare in mille storie. La sua architettura, un capolavoro medievale a schiena d'asino che si erge maestoso sopra il fiume Stura, è già di per sé un mistero scolpito nella pietra.
Era stato costruito nel XII secolo, con due arcate imponenti e un cammino lastricato.
Man mano che mi avvicinavo, l'aria si fece più densa, quasi stesse trattenendo il respiro. Non era la nebbia che mi portò al mio primo passaggio tra i mondi, ma un'aura di attesa.
Fu allora che sentii…
Non un canto d'uccello o il fruscio di un animale, ma un coro di voci animate, frammenti di discorsi e risate. La mia curiosità, sempre più forte di ogni timore, mi spinse ad agire. Feci quello che faccio sempre: andai avanti, ma questa volta, con la massima discrezione. Mi nascosi tra la fitta vegetazione che costeggiava le rive del fiume Stura, abbastanza vicino da vedere senza essere visto. La mia sete di conoscenza non poteva ignorare quel richiamo.
Dall'ombra del mio nascondiglio, assistetti a una scena che mi fece capire che le leggende non sono solo racconti; a volte, la magia può essere palpabile nell'aria. Vidi gli antichi costruttori affannarsi sul ponte, le loro figure affaticate sotto il bagliore fioco delle lanterne.
Poi, l'atmosfera cambiò. Un'ombra gigantesca si stagliò contro il cielo notturno, una figura imponente che emanava un'energia antica e potente. Era il Diavolo in persona, e il suo ghigno illuminava la scena.
“Il ponte sarà completato in una sola notte,” disse il Diavolo, la sua voce era profonda come un tuono lontano, “ma in cambio, voglio l'anima della prima creatura vivente che lo attraverserà!”.
Gli abitanti, sebbene spaventati, annuirono, ma vidi nei loro occhi una scintilla di astuzia, la stessa furbizia che aveva caratterizzato i valligiani nei secoli.
Mentre il Diavolo posizionava le ultime pietre con una velocità innaturale; qualcuno si avvicinò alla sponda opposta del ponte con l’intenzione di attraversarlo.
Non era un uomo, né un bambino, ma un piccolo cane!
Il Diavolo, accecato dalla rabbia per essere stato ingannato, ruggì di frustrazione. Scagliò le sue zampe infernali sulla pietra, e vidi distintamente le “impronte demoniche” formarsi sulla destra del ponte. L'aria intorno a lui vibrò di collera, e poi, con un fumo denso, svanì, lasciando dietro di sé solo l'eco del suo furore, le sue impronte (oggi conosciute come le “marmitte del diavolo”) e il ponte, magnifico e misterioso, illuminato dalle prime luci dell'alba.
Quando il Diavolo sparì, gli abitanti di Lanzo emersero dal loro nascondiglio, le loro risate e i loro canti di gioia riempirono l'aria. Avevano sconfitto il male con l'ingegno. Io rimasi immobile, sentendo il peso di quella storia, di come la fantasia e la determinazione potevano trasformare anche un patto infernale. Come mi era successo con il Golem, o nella Città Silente, capii ancora una volta che anche le leggende hanno un'anima, un cuore nascosto sotto strati di mito e storia.
Quando tornai a Viù, il sentiero mi sembrò diverso, come se la magia lo avesse trasformato. Non avevo portato con me oro o gioielli dalla fiera, ma avevo trovato un tesoro ben più prezioso: la voce di un mondo dimenticato che aveva dimostrato che l'ingegno e la fede possono superare la forza bruta.
Tenete gli occhi aperti, amici miei. A volte, le sfide più grandi non si vincono con la forza, ma con la saggezza e la capacità di credere abbastanza. Le storie più belle sono quelle che ci insegnano che anche di fronte all'oscurità più profonda, la furbizia e la fede nella propria intelligenza possono disarmare il male e trasformare la maledizione in leggenda. E quando la nebbia arriva, o un sussurro chiama, Bigoulin potrebbe essere vicino, pronto a condividere queste verità.