Le tribù
Ho scritto questo pezzo circa un mese fa, ben prima delle manganellate di Pisa: se lo avessi scritto oggi avrei aggiunto solo due righe.
Se un Ministro della Repubblica delegittima ripetutamente i limiti di velocità ovvio che una tribù si sente autorizzata a demolire gli autovelox. Se un governo smonta quella che si è provato a chiamare “transizione ecologica” ovvio che le tribù si rifiutino di modificare il proprio comportamento a favore delle azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici. E se partono campagne contro le diversità di genere ovvio che le tribù inizieranno ad emarginarle e perfino vessarle in ogni modo, magari anche fisicamente. E se ci si ostina a delegittimare il Parlamento e ad usarlo come uno stadio ovvio che una tribù decida di abbatterlo come hanno provato a fare con la Casa Bianca. Le tribù nascono non solo da una condizione economica in netto peggioramento per moltissimi, ma anche perché il messaggio è che la democrazia non serve, l’idea di comunità è considerata qualcosa di remoto, di altre età, frutto di nostalgia o utopia. I cittadini non contano nelle scelte, non si ascoltano, si inneggia alla sicurezza per creare la paura dell'altro, del diverso, per chiudersi nel proprio particolare e quindi contare sempre meno. Si delegittimano la storia e la scienza per cui l'unica cosa che vale è il proprio giardino dimenticando il bene comune. Basta a dividersi in tribù perché poi le tribù guerreggiano l'una contro l'altra e questo fa comodo solo a chi vuole comandare senza confronto. Così iniziano i regimi autoritari.
Filippo Catania. Il nome di questo blog è chiaro: ognuno di noi è una unità di un intero, ognuna strettamente connessa all'altra. Inutile pensare di essere diversi in qualsiasi forma e modo. Viviamo tutti in una infinitesima parte dell'Universo.