Sono riuscito a lasciare Google

Dopo averci pensato tanto ho deciso finalmente di lasciare Google. Avevo piena operatività da anni con tutte le app di GSuite diventata poi G Workspace, principalmente con GMail, GCalendar, GDrive e GPhoto dentro le quali avevo più di 700 Gb di storia personale, associativa e lavorativa. Un ambiente indubbiamente confortevole, facile da usare con tutto quello che serve.

Mi sono messo alla ricerca di un ambiente open source, con crittografia zero-knowledge dove neanche il provider può leggere i contenuti, possibilità di inviare email criptate, fruibile su Windows, MacOS, Linux e mobile e con i server in Europa. Mi sono innamorato di Nextcloud, una suite contenente tutto il necessario che può girare su un proprio server in modo del tutto “privato”, ma non voglio mettermi a fare il manutentore di un server prima di...vivere. Ho provato alcuni provider che offrono Nextcloud su un server criptato, ma il costo è di quasi € 50,00 mensili per 1 Tb di spazio di archiviazione: troppo!

Dopo varie prove ho scelto Proton, una società nata nel 2013 in Svizzera presso il CERN. I suoi server sono situati in Svizzera, quindi sono gestiti da loro fuori dalla giurisdizione degli Stati Uniti e della UE. Secondo la legge svizzera, se un paese straniero volesse mettere sotto sorveglianza la vostra casella email, dovrebbe prima passare da un tribunale svizzero che è soggetto a trattati internazionali. ProtonMail è dunque sicuro, criptato e libero da qualsiasi interferenza e da qualunque tracker.

Proton ha una gestione della posta elettronica efficientissima, ha un Drive da 500 Gb, il Calendario (che sta per essere perfezionato), ed una VPN. Il Virtual Protocol Network è quel sistema che ti permette di “far finta” di collegarti da un altro paese e quindi, tra l'altro, di guardare una TV di quel paese. Più importante è la possibilità di collegarti alla rete TOR che rende pressoché invisibili nella navigazione in rete. Il tutto per circa € 140,00 l'anno. Google mi prendeva circa altrettanto anche se mi concedeva 1Tb di spazio. Poco male: con un po' di pazienza ho “dimagrito” tutti i file enormi e inutili oppure doppi, mi sono armato di un paio di hard disk esterni e ho risolto brillantemente la mia archiviazione.

Da tempo avevo sul mio pc Thunderbird di Mozilla, un client di posta che ho usato molto e con soddisfazione fino al 2009: un software residente solo su pc, senza possibilità di sincronizzazione in rete. Conservo addirittura una copia di backup del 30/12/2009 di più di 500 Mb! Insomma questo client è fatto così bene, ma così bene che l'ho destinato con grande soddisfazione ai miei due account di posta di FIAB Pescarabici, l'associazione che presiedo: più lo uso e più mi dico che è il migliore di tutti, senza alcun dubbio! è gratuito e, se non vi interessa averlo sul telefono sincronizzato con il desktop, ve lo consiglio senza indugi.

Per sentirmi meno tracciato ho cambiato da tempo motore di ricerca, passando a DuckDuckGo anziché Google e ho abbandonato Chrome per Firefox di Mozilla attrezzato con delle estensioni antitracciamento niente male. C'è da dire che Firefox è stato finanziato con due milioni di dollari da Google che pare ci tenga a mantenere i vita il concorrente per non essere tacciato di monopolismo: non so se sia vero, ma se sentiamo puzza di bruciato passerò a Brave che è lì che aspetta.

Un altro percorso che sto facendo è abbandonare tutti quei software poco chiari e che dialogano troppo con i server per averne di proprietari, e sempre open source, con i dati che rimangono nel mio pc.

Senz'altro un bel lavoro, ma necessario: leggete il libro di Shoshana Zuboff “Il capitalismo della sorveglianza” e poi valutiamo se vale la pena fare tutto questo lavoro di “rieducazione” informatica.

Ora il programma è ridurre l'impatto dei social, magari abbandonandone qualcuno e, soprattutto, disciplinare l'uso dello smartphone che è un altro device che attenta seriamente alle libertà personali. Infatti bisogna verificare quali app inviano i dati, e quali dati, ai server e tenerne attive solo gli indispensabili. Peraltro ci sono nuovi social, come Mastodon, decisamente molto interessanti per essere “decentrati”: ne parlerò magari in un altro post.

Devo dire grazie al team del sito lealternative.it, a Devol, un gruppo di attivisti convinti che un mondo digitale libero e decentralizzato sia possibile, e a Shoshana Zuboff.

E soprattutto dico grazie alla mia curiosità informatica iniziata nel 1989 quando comprai un pc 286 con 20 Mb di disco e 16 Kb di ram, che accesi e, alla comparsa di quella C:\,, mi fece dire: “e mo?”

Filippo Catania. Il nome di questo blog è chiaro: ognuno di noi è una unità di un intero, ognuna strettamente connessa all'altra. Inutile pensare di essere diversi in qualsiasi forma e modo. Viviamo tutti in una infinitesima parte dell'Universo.