Una visita inaspettata
Il rumore dei passi sulle pietre lo ridestò dalla sonnecchiare meditazione quotidiana del mattino. Erano anni che nessuno saliva più al suo eremo e gli prese una strana eccitazione. Si alzò in piedi per guardare fuori dalla sua grotta, sbirciando da una rudimentale finestra. Subito però si fermò, doveva controllare la sua gioia, non poteva certo mostrarsi per un eremita bisognoso di compagnia. Aveva pur una reputazione da difendere. Da difendere? E con chi, chi avrebbe messo in dubbio la sua reputazione di stoico se con lui non viveva nessuno. Probabilmente nessuno si ricordava neanche più che lui vivesse in quei monti, gli ultimi amici e gli ultimi seguaci se ne erano andati, o in città o all'altro mondo. Eppure no, quei passi sulle rocce dicevano chiaramente che qualcuno stesse andando verso il suo eremo; doveva farsi trovare intento in qualcosa di spiritualità solitaria, nel caso fosse un giovane discepolo alla ricerca di qualche verità. Ma non era questo un conformarsi al mondo, all'immagine stereotipata che si aveva dei vecchi solitari che vivono sui monti? Forse sarebbe stato meglio farsi trovare intento a qualche attività comune, come di uno che vivesse nella città. C'era da decidere, i passi si avvicinavano velocemente. Vada per la meditazione pensò, andrà bene sia con un escursionista di passaggio che con un discepolo alla ricerca. Si rese conto di non avere nessuno specchio per controllare se avesse davvero un aspetto da vero eremita. Si rese conto poi che questa era davvero una preoccupazione da cittadini e che non esisteva nessuna regola sull'aspetto che avrebbe dovuto avere un monaco solitario. I passi si facevano sempre più vicini. E se non si fermasse qui ma proseguisse oltre? Se la sua meta non fossi io ma la vetta del monte. Cominciò a provare del risentimento nei confronti di quello sciocco che non capiva il valore che poteva offrire il suo insegnamenti. Quello? E perché per forza un uomo? Se fosse una donna… Un improvvisa ansia gli prese al cuore, erano anni che non vedeva una donna. Avrebbe resistito alle tentazioni della carne? Avrebbe ancora avuto tentazioni della carne? Il pensiero di aver davvero trasceso i desideri terreni lo fece rattristare. Che valore avrebbe la mia fede, la mia fortezza, il mio sacrificio, se non dovessi combattere il desiderio? Tutte le armi del mondo non servono a nulla senza un nemico.
Fortunatamente i passi rallentarono e si fermarono davanti alla grotta. Sentì un leggero bussare sul legno che faceva da porta, ma non rispose. Allora una voce di ragazzo, da fuori, disse: “Livio Pallavicini, eremo del monte gran Falleron, civico 7. Ho una raccomandata per lei. Nel caso in cui non fosse presente ritornerò tra due giorni e poi tra una settimana.” Il ragazzo attese un po' e bussò di nuovo :“Livio Pallavicini, eremo del monte gran Falleron, civico 7. Ho una raccomandata per lei. Non ho nessuna voglia di rifare questa strada tra due giorni.” Nessuno rispose. Livio non voleva smascherare la sua finta meditazione anche se gli sarebbe dispiaciuto vedere il ragazzo andarsene. Il postino bussò di nuovo:“Livio Pallavicini, ora entrerò e spero davvero di non trovare un morto”. Il postino entrò è vide il nostro eremita mentre meditava nella posizione del loto. Sul suo volto si disegno un sorriso di sollievo. L'eremita non era morto e lui non avrebbe dovuto rifare la strada su e giù dal monte.
continua...
il Gallo