Lo disse Shakespeare “L'aspettativa è la radice di ogni angoscia” L’aspettativa, come afferma Shakespeare, è la radice di ogni angoscia perché nasce dal desiderio umano di prevedere, controllare o plasmare il futuro secondo i propri bisogni e speranze. Ogni volta che ci aspettiamo qualcosa – un successo, un risultato, o un comportamento altrui – creiamo nella nostra mente un'immagine idealizzata di ciò che dovrebbe accadere. Tuttavia, la realtà, spesso imprevedibile e indipendente dai nostri desideri, difficilmente coincide con quelle aspettative, generando un senso di delusione, frustrazione o persino sofferenza. Questa riflessione ci invita a chiederci: è possibile vivere senza aspettative? Forse non del tutto, perché sognare e progettare fa parte della natura umana. Tuttavia, possiamo lavorare per coltivare un’attitudine diversa, meno legata all’attaccamento al risultato e più aperta all’accettazione di ciò che accade. Non si tratta di abbandonare i propri desideri o obiettivi, ma di riconoscere che la felicità non può dipendere unicamente dalla realizzazione di ciò che immaginiamo. L’angoscia nasce dal confronto tra il “dovrebbe essere” e ciò che realmente è: più il divario è ampio, maggiore è la nostra sofferenza. Accettare che la vita si svolge in un equilibrio tra ciò che possiamo controllare e ciò che sfugge alla nostra volontà è una forma di saggezza. Imparare a vivere con meno aspettative non significa vivere senza scopo, ma, al contrario, abbracciare ogni momento con maggiore autenticità, evitando di proiettare su di esso pesi inutili. Shakespeare ci ricorda, dunque, che spesso la nostra angoscia è una creazione della mente e che, per quanto difficile, la via della serenità passa attraverso il lasciar andare, accogliendo la realtà per quella che è.