Che strano il mio lavoro. Che strano assistere una persona che poi si sente meglio e il giorno dopo assistere qualcun altro e vederlo morire nel frattempo.
Che strano effetto fa la morte. Osservare come si insinua in un corpo infermo, debole e vulnerabile.
Ma lo faccio con passione, lo faccio perché ci ho sempre creduto. Fin da bambina quando sognavo di diventare un bravo dottore. Ora sono ben lontana da quel sogno ma mi prendo lo stesso cura delle persone, del loro corpo, della loro dignità.
Vivo una vita che ho sempre sentito poco mia, mi sento sola e estranea a questo pianeta. Eppure ci sono, sono qui. Vivo e sento. E nonostante tutto, amo.