Chi sono io?

Trasmissione Radio RAI FVG – 30 gennaio 2025

clicca qui per ascoltare tutto l'episodio su Castopod

Chi sono io? Che cosa ha importanza nella mia vita? Come voglio essere? Ognuno di noi conosce queste domande.

Le risposte a queste domande sono diverse. Dipendono da chi vogliamo essere, da come ci vediamo, dagli ideali e anche dagli idoli che abbiamo. Poi la risposta a queste domande varierà a seconda della nostra età. Oggi io mi vedo diverso da come mi vedevo 20 anni fa, e ciò è un bene, è un segno che la vita è dinamica e che con le esperienze cresco e cambio.

In fondo tutte le domande sfociano nella domanda principale della propria identità. Chi sono? Questa domanda ce la poniamo quando abbiamo paura o ci troviamo in un periodo di crisi, ce la poniamo quando non vediamo più nessuna via d'uscita dai nostri problemi.

Ed è nei tempi di crisi che la domanda del “chi sono io?” diventa insistente e viene accompagnata dalla domanda: “Dio, chi sei tu?”

Il nostro brano ci presenta entrambe le domande: inizia con la nostra prima domanda: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire dall'Egitto i figli d'Israele?» Mosè, nella sua routine quotidiana da pastore incontra Dio. Un incontro inconsueto, senza culto, senza rito predisposto, senza sacerdoti quali mediatori, no, un incontro diretto fra Mosè e Dio, un incontro del tutto inaspettato dall’uomo, genero del sacerdote Ietro.

Un incontro inaspettato in quanto Mosè conosce il suo passato, porta con sé i rimorsi della coscienza per l'omicidio commesso. Dio si incontra con un omicida, e lo fa senza grandi liturgie in mezzo alla quotidianità. Dio parla a Mosè e Mosè risponde: Eccomi qui.

Inizia così l’incontro fra Dio e Mosè.

Dio si presenta. Per chiarire subito che non è un dio nuovo che vuole l'attenzione di Mosè, Egli si presenta come Dio dei suoi antenati, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. E Mosè? Ha paura e si chiede: “che cosa vuole questo Dio da me?”

Ancora non è però il tempo delle risposte. Prima Dio parla della ragione del suo incontro con Mosè. Dio ha visto uomini e donne che soffrono, persone abusate come schiavi, Dio ha visto delle ingiustizie che gridano al cielo e non ce la fa più a guardare, vuole intervenire.

Ed ecco, scende in terra, non rimane indifferente. Dio si fa toccare dalla sofferenza umana, Dio ascolta le lamentele degli umani, le loro domande e anche le loro accuse, Dio non rimane indifferente.

In mezzo alle sofferenze Dio ha bisogno di persone disposte a farsi coinvolgere. Mosè inizia a capire che Dio vuole proprio lui, e gli viene la paura.

Così chiede a Dio: “Chi sono io?” E noi potremmo aggiungere: “Dio ciò che vuoi è troppo grande per me. Non ce la farei, ho troppa paura.”

Chi sono io? E chi sei tu, Dio?

Certo è che Dio non è più un Dio lontano per Mosè. E' sceso in terra per incontrarsi proprio con lui. Noi sappiamo che in Cristo ci è ancora venuto più vicino, in Cristo Dio è con coloro che piangono, che gridano e anche con coloro che danno una mano a chi soffre.

“Io sarò con te”

Dio risponde in modo relazionale. Dio promette a Mosè e a tutti noi: “Io sarò con te.” Quando Mosè vuole sapere il nome di Dio, Dio risponde: “Sarò colui che sarò. Dirai così ai figli d'Israele: 'l'IO SONO mi ha mandato da voi'”

Dio non è un Dio lontano dalle nostre esperienze, non è il vecchio con la barba lunga che siede sopra le nuvole. Dio è un Dio coinvolto al massimo nelle vicende della nostra vita. La fede così cambia. Non è un sistema di regole da seguire, non è un impalcatura teologica o un sistema morale o un credere nell'esistenza di un essere supremo, la fede è relazione con il Dio che viene proprio per relazionarsi con noi e per dare una risposta alla domanda: “chi sono io?”

Siamo delle persone che non sono sole. Grazie a Dio.

Jens Hansen

Mastodon