Festa a spese altrui
Trasmissione Radio RAI FVG – 16 gennaio 2025
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Una giovane coppia si vuole sposare. I due però sono poveri e non possono permettersi un matrimonio che costa un occhio della testa. Comunque vogliono lo stesso fare festa per condividere la gioia del matrimonio con tutti gli amici. Preparano una festa in un parco pubblico su un bel prato verde, dove stare con tutti e festeggiare. Nel biglietto di invito chiedono che tutti gli invitati non portino dei regali ma solo una bottiglia di vino rosso tipico della zona.
Così il giorno delle nozze, tutti vengono con in mano una bottiglia di vino, si mettono in fila davanti alla grande botte, messa all’ingresso, per versarci il loro vino. Quando tutti sono arrivati, la festa può iniziare. Che sorpresa però, quando lo sposo apre il rubinetto della botte! Non esce vino, ma soltanto acqua, acqua chiara del rubinetto. Il vino è diventato acqua, anzi, non c’era mai stato.
Come mai? Questo accade perché tutti hanno avuto lo stesso pensiero: se io porto una bottiglia di acqua, in mezzo a tante bottiglie di vino che riempiranno la botte, nessuno si ne accorgerà. Cosa è poca acqua in così tanto vino?
Peccato che tutti hanno avuto lo stesso pensiero. Tutti hanno pensato di fare festa a spesa degli altri. Il risultato? La festa non c’è.
Questo racconto è il contrario di quanto accade nel brano biblico scelto per la riflessione di oggi. Lì il maitre, l’unico che si accorge del segno miracoloso di Gesù, dice: «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora».
Qui, a Cana, nelle nozze a cui è invitato Gesù con i suoi, non si fa festa a spese altrui, mentre i giovani sposi del nostro racconto non fanno proprio festa, perché tutti la vogliono fare a spese altrui e rimangono a gola secca, o a gola solo bagnata d’acqua. E’ però questo l’evento che meglio descrive quanto abbiamo davanti ai nostri occhi, quanto accade nella nostra vita e nel mondo. E’ qui che l’1% più ricco della popolazione mondiale vive a spese del rimanente 99%. Fanno festa accaparrando le risorse e le ricchezze del mondo, inquinano, sfruttano l’altro 99%, e lo buttano nella povertà dove festa non c’è proprio. La festa a spese altrui, si chiama ingiustizia ed è in forte aumento. Eppure, tutto potrebbe andare diversamente, tutto potrebbe andare per il verso giusto, se solo si prendesse sul serio di non fare festa a spesa altrui, ma di farsi contagiare dalla pienezza che Dio dona a tutte e tutti. Il segno miracoloso di Cana si ripete laddove attingiamo alla pienezza e la condividiamo. La festa della vita è bella quando nessuno vive a spese altrui, ma ognuno e ognuna condivide i doni, quando ci sono pochi ricchi e ancor meno poveri.
Jens Hansen Mastodon