Nicodemo

Sermone narrativo su Giovanni 3, 14-21

Mi chiamo Nicodemo. Sono un fariseo, un uomo che ha sempre cercato di vivere secondo le leggi di Dio. Sono un maestro della legge, e la mia vita si è sempre concentrata su come seguire perfettamente ogni comandamento. Ho sempre pensato che se avessi fatto tutto giusto, avrei trovato la pace con Dio. La perfezione, la purezza, erano gli scopi che mi davo ogni giorno.

Ma più cercavo di fare tutto bene, più mi accorgevo che c'era qualcosa che non andava. Nonostante il mio impegno e la mia dedizione, c'era sempre un vuoto dentro di me. Avevo seguito le regole, ma non riuscivo a sentirmi veramente vicino a Dio. Mi sembrava di essere in un circolo vizioso: dovevo fare tutto giusto per sentirmi amato, ma più cercavo di fare giusto, più sentivo che mi mancava qualcosa di più profondo.

Un giorno, ho sentito parlare di un uomo di nome Gesù. Le sue parole e le sue azioni mi colpivano profondamente, ma non riuscivo a capire tutto. Parlava in modo diverso da qualsiasi altro maestro che avessi mai ascoltato. Non riuscivo a ignorarlo, sentivo che dovevo capire di più. Così, una notte, ho deciso di andare da Lui, da solo, senza farmi vedere, senza far sapere agli altri farisei che stavo cercando Gesù. Forse, pensavo, avrei trovato finalmente le risposte che cercavo.

Arrivato da Gesù, provai a iniziare la conversazione con parole semplici: “Rabbi, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro, perché nessuno può fare questi segni che fai, se Dio non è con lui.” (Giovanni 3,2) Volevo sentirmi dire che stavo cercando la verità, che avevo fatto bene a cercare una risposta. Speravo in una conferma, una risposta che mi dicesse che stavo facendo tutto giusto.

Ma Gesù non rispose come mi aspettavo. Mi disse qualcosa che mi sconvolse: “Se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio.” (Giovanni 3,3) Non capivo. Cosa significava “nascere di nuovo”? Avevo vissuto tutta la mia vita cercando di fare il giusto, cercando di obbedire perfettamente alla legge di Dio. Ma ora Gesù mi parlava di qualcosa che andava oltre tutto ciò che avevo imparato: un “nascere di nuovo”. Non riuscivo a capire. Come si fa a nascere di nuovo?

Iniziai a pensare che forse stavo fraintendendo. Forse avrei dovuto fare di più, sforzarmi di essere più devoto. Eppure, qualcosa dentro di me mi diceva che c'era qualcosa di più profondo nelle parole di Gesù, qualcosa che non riuscivo a cogliere.

Gesù continuò a spiegarmi che si trattava di una “nascita dallo Spirito”. Non parlava di un cambiamento esteriore, ma di una trasformazione interiore. Non era qualcosa che avrei potuto fare da solo, non era qualcosa che dipendeva dai miei sforzi o dalle mie azioni. Era un cambiamento che veniva da Dio, non da me. Gesù mi stava dicendo che il mio valore non dipendeva da quante leggi riuscivo a rispettare o da quanto fossi perfetto nel mio comportamento, ma da qualcosa di più grande: l’amore di Dio.

Mi parlava di un amore che non dipendeva da quello che facevo, ma che mi veniva donato. Mi stava dicendo che, se volevo davvero vivere, dovevo smettere di cercare di essere perfetto e accogliere un amore che era già lì, pronto ad accogliermi. Non dovevo fare qualcosa per essere amato da Dio, dovevo solo aprirmi al Suo amore.

E poi Gesù fece un'altra rivelazione che mi sconvolse: mi parlò del serpente di bronzo che Mosè aveva innalzato nel deserto, e mi disse: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.” (Giovanni 3,14)

Era un riferimento alla sua morte sulla croce, ma io non riuscivo ancora a comprendere pienamente. Gesù mi stava dicendo che sarebbe stato innalzato sulla croce per noi, non per punirci, ma per offrirci la vita. E, in quel momento, ho iniziato a capire che l’amore di Dio non è qualcosa che dobbiamo conquistare, ma un dono che ci viene dato senza condizioni. Gesù, con il suo sacrificio, mi stava mostrando che l’amore di Dio è più grande di tutte le leggi, di tutti i sacrifici che possiamo fare.

E fu in quel momento che Gesù mi disse quelle parole che avrei ricordato per sempre: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giovanni 3,16) Non dovevo più vivere nella paura di non essere abbastanza. Non dovevo più cercare di fare tutto giusto per guadagnarmi l’amore di Dio. L’amore di Dio è già lì, offerto gratuitamente a me, a tutti noi, indipendentemente dalle nostre azioni. Gesù stava dicendo che basta credere in Lui, basta accogliere quel dono d’amore che Dio ci offre. Non è questione di quanto siamo bravi, ma di quanto siamo disposti ad accogliere l’amore che ci viene dato.

Mi sentii liberato. Per la prima volta, capii che non dovevo più cercare di essere perfetto. L’amore di Dio non dipende da quanto cerchiamo di fare giusto, ma da quanto siamo disposti ad aprirci al Suo amore. E quella notte, per la prima volta, mi sentii veramente in pace con me stesso. Non c'era più bisogno di vivere nel timore di non essere abbastanza. Il mio valore non dipendeva più dai miei sforzi, ma dall’amore che Dio aveva per me.

Guardandomi indietro, capisco che quella notte è stata il momento in cui la mia vita è cambiata. Non avrei mai più vissuto come prima. Ho capito che il vero cambiamento, la vera vita, non viene dal cercare di essere perfetti, ma dal ricevere l’amore che Dio ci offre. Non dobbiamo guadagnarlo, dobbiamo solo accoglierlo. E questo mi ha dato una nuova libertà. La libertà di vivere non più con la paura di fallire, ma con la consapevolezza che Dio ci ama comunque, indipendentemente da quanto siamo perfetti.

Mi sono liberato dalla costante ansia di dover essere il migliore, il più bravo. Ora capisco che non è ciò che faccio che mi rende amato da Dio, ma ciò che Dio ha fatto per me, attraverso Gesù. La mia vita ora ha un nuovo significato, una nuova direzione. Non cerco più l’approvazione degli altri, e non cerco più di essere perfetto per sentirmi accettato. Perché so che Dio mi accoglie così come sono.

Ora posso vivere con la pace nel cuore, sapendo che non sono più schiavo della perfezione, ma libero di essere me stesso, amato e accolto. Non c’è più bisogno di dimostrare qualcosa. L’amore di Dio è il dono più grande che possiamo ricevere. E questo amore ci cambia, ci libera dalla paura, ci dà una nuova vita. Da quella notte, ho capito che la vera libertà sta nell’accettare che Dio ci ama per quello che siamo, non per quello che facciamo. E quella libertà cambia tutto.

Jens Hansen

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