Pensieri su Papa Francesco
Apprendo con tristezza la notizia della morte di Papa Francesco.
Sono triste perché con nessun altro Papa ho avuto il privilegio di avere contatti diretti: ero presente quando ha fatto visita alla chiesa Valdese di Torino il 22 giugno 2015, pochissimi giorni dopo la pubblicazione della sua Enciclica “Laudato Sì”, ed ero presente quando il nostro esecutivo nazionale, la Tavola valdese, è stato ricevuto in udienza privata il 5 marzo 2016. Due incontri che mi hanno fatto conoscere l’uomo di fede e di umiltà e mi hanno in certo senso aperto anche un orizzonte nuovo di lettura dei suoi documenti.
La “Laudato Sì”, la vedo come programma di un Papa che non ha mai nascosto il lato veramente evangelico del suo ministero, cioè la sua vicinanza agli ultimi e alle ultime della terra insieme alla grande sensibilità per il Creato. La spiritualità ecologica e il mettere insieme ecologia ed economia, perché entrambe chiamate a gestire la casa comune, sono pensieri su cui l’umanità dovrà riflettere e agire per non perdersi.
L’esortazione apostolica “Laudate Deum” ha dimostrato con quanta urgenza Papa Francesco vedeva la necessità di agire e di contrapporsi con il coraggio della fede alle correnti negazionisti e quanti frenano una politica per gli ultimi e il Creato.
Dalla Enciclica “Fratelli tutti” mi ricordo la lucida analisi profetica in merito alle piattaforme di rete, il cui “funzionamento ... finisce spesso per favorire l’incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze. Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio.” (Fratelli tutti, 45)
L’impegno per la pace, seguito con insistenza dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il genocidio in atto in Palestina, da una direzione in cui il mondo di oggi si deve muovere, direzione opposta, contro corrente a quanto oggi vogliono farci credere “normale”.
Jens Hansen