Sete
Trasmissione Radio RAI FVG – 23 gennaio 2025
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La samaritana vede un uomo strano, un ebreo, seduto da solo al pozzo, stanco per il viaggio, incapace di attingere acqua per sé perché non ha nulla per farla risalire dalle profondità. Quest’uomo le chiede di dargli da bere. La donna non ha idea di chi sia questo viaggiatore. Quando lo straniero cerca di rivelarle con delicatezza il segreto della sua persona, la donna rimane insospettita, addirittura sulla difensiva, perché non riesce a immaginare che qualcuno possa essere “più del nostro padre Giacobbe”. Solo dopo che Gesù le ha parlato dell'acqua della vita eterna che egli è in grado di darle, ella chiede quest'acqua.
Questa storia va intesa come un invito. Vuole aiutare le persone a credere o: a venire alla fonte della vita. Per la gente del tempo di Gesù questo era difficile almeno quanto lo è per noi oggi. O forse noi abbiamo un vantaggio, perché la storia ci dimostra molte persone eccellenti di fede che talvolta sono degli esempi per noi.
Pensiamo ai martiri che hanno difeso la loro fede fino alla morte (Dietrich Bonhoeffer, Martin Luther King) e a molti altri nei secoli passati, o pensiamo a persone la cui fede ha dato loro la forza di affrontare la vita o di fare del bene agli altri. Queste buone tradizioni ci indicano la strada verso la fonte a cui queste persone hanno attinto. Comunque, in molti anche oggi non riescono a immaginare che la Parola di Dio e la fonte di acqua fresca per la vita si trovino qui. La sete c’è, la stessa sete di vita, ma la si cerca di calmare altrove.
La verità cristiana è a volte molto diversa, molto semplice, poco appariscente, nascosta, proprio come era nascosta nella figura del Cristo viaggiatore. Ma vale la pena prestarvi attenzione, prenderla a cuore, rifletterci e discuterne con gli altri.
Anche la Samaritana aveva bisogno di tempo. Ma non si è tirata indietro. Ascoltò, si informò finché non giunse alla certezza: Questo è l'inviato di Dio. Posso credergli. Ma questa storia va intesa anche come un invito, nel senso che vuole attirarci su un nuovo sentiero. Il vecchio sentiero convenzionale, sul quale di solito cerchiamo di raggiungere la felicità nella vita, segue il motto: “Cerca di fare qualcosa di tuo”. La nuova via si chiama: “Porta gli altri con te – la vita è comunità – con Dio – con gli altri”. Il suo segno distintivo: “Incoraggia gli altri!”
A prima vista, questo nuovo stile di vita, lo stile di Gesù, sembra essere associato a perdite e rinunce per me. A un esame più attento, è benedetto da guadagni. Apre alla comunione, a trovarsi insieme, al sostegno, a sentirsi casa, al successo, alla salute e alla gioia.
La frase di Gesù: “L'acqua che io gli darò diventerà in lui un pozzo d'acqua che sgorga nella vita eterna” è probabilmente meglio tradotta come “incoraggiamento”. Chi incoraggia, rafforza, edifica e conforta gli altri è a sua volta incoraggiato, rafforzato, edificato e confortato. Egli promuove la vita e vive lui stesso. È una fonte per molti, una persona dal cui corpo sgorgano fiumi di acqua viva
(Gv 7,38).
E se ci si approfitta di lui? O – questa è la vecchia paura – cadete in disgrazia? E gli altri vinceranno la gara? La risposta a questo antico dubbio di tutte le persone pie potrebbe essere la richiesta della Samaritana: “Signore, dammi tanta acqua”, così tanta da annegare in essa la mia paura e il mio dubbio e da far tornare forte la mia fede.
Jens Hansen Mastodon