Un nuovo inizio

predicazione su 1 Pietro 1,3-9

Rinascere, non un giorno in un futuro nebuloso, ma qui ed oggi, chi di noi non lo vorrebbe? E' affascinante poter azzerare tutto e iniziare da capo, senza ripetere gli errori del passato, sì, affrontare la vita in un modo completamente diverso:

non dare più ascolto alle persone sbagliate, le persone sui quali non ho potuto contare nel passato, fare un mestiere diverso, togliersi i vizi e forse fare delle cose finora ritenute pazze e inutili: guardare dei bei tramonti, uscire di più dalle mura domestiche invece di stare davanti alla tv, giocare di più con i bambini e non lasciarli soli davanti a qualche pezzo di tecnologia moderna, preparare dei dolci con loro, andare in piscina, giocare, ridere.

Sarebbe bello poter rinascere vero? Penso che sia bello perché nella vita spesso facciamo delle esperienze opposte: le cose non cambiano mai, rimane tutto nei binari consueti, talvolta ci sentiamo come se il carro della nostra vita si fosse inceppato nel fango del malessere.

Nonostante le crisi tutto rimane come sempre, nemmeno le elezioni portano il cambiamento tanto necessario. Ogni tanto ci potrebbe venire la sensazione di impotenza di fronte allo scenario poco rasserenante che si prospetta davanti a noi.

Tutto ciò non vale solo nella società e nel mondo, anche nella propria vita ci vengono dei pensieri: quante cose ho sognato, desiderato, sperato, ma alla fine mi sono rassegnato e ho fatto come fanno tutti. Non mi sono accorto del passare degli anni, sono diventato un uomo che svolge la routine nel grigiore della quotidianità.

Per tutti coloro che non si vogliono rassegnare, che non intendono accettare che le cose debbano rimanere come sono, l'autore del nostro brano dice: sì invece, è possibile, ti puoi sentire come rinato. C'è un perché: la risurrezione di Gesù dai morti.

La Pasqua, celebrata una settimana fa, te lo ricorda: puoi sentirti rinato, anzi puoi essere come un bambino appena nato, perché la Pasqua ti dà una speranza viva che non può essere distrutta o annientata da niente e da nessuno.

Com'è possibile tutto ciò? I testimoni biblici della risurrezione hanno sperimentato di essere rinati, perché hanno visto che dopo la risurrezione la vita si svolge in coordinate completamente diverse. Prima della risurrezione, dopo la morte di Gesù i discepoli erano depressi, giù, senza speranza, fuggiti nelle loro città e nei loro paesi, quando invece il Risorto è apparso a loro, hanno sperimentato una svolta nella vita, la strada che sembrava senza uscita ora è diventata la nuova via, la via della vita, la via di una nuova speranza, l'inizio di qualcosa mai sperimentato prima.

Questo per l'autore della nostra lettera significa rinascere. E non è un evento legato solo alla prima generazione, a coloro che hanno visto il Risorto. La rinascita è possibile anche per noi, possiamo vivere con degli orizzonti nuovi, orizzonti di un futuro e di speranza.

Quando sei ad un punto in cui delle cose sono irrimediabilmente arrivate ad una fine, quando vivi nel nonsenso perché hai dovuto congedarti da una persona che ora non c'è più nella tua vita, quando hai perso definitivamente un'opportunità, puoi rinascere.

Certo, la Pasqua, la risurrezione, la rinascita non significano che possiamo manipolare il nostro orologio biologico, non possiamo desiderare di tornare ad un certo punto della nostra vita per ricominciare da capo, la rinascita del nostro brano significa invece: in mezzo alla mia vita in cui molte cose sembrano un groviglio complicato, nella mia quotidianità, posso affrontare le cose in modo diverso, con speranza, aperto verso il futuro, quello mio, quello degli altri e quello del mondo.

Alcune persone dicono di sé stesse di essere rinate, di avere una nuova qualità di vita, di sperimentare solo gioia, gioia e di nuovo gioia, frutto di una conversione.

L'autore non scrive però di certi entusiasmi spirituali, di esperienze trionfalistiche che fanno perdere il contatto con la realtà, egli invece sa che la fede è sempre una pianta debole e in pericolo, perché ci sono momenti nella vita in cui i problemi non si risolvono, e talvolta la sensazione della rinascita non c'è.

Perciò egli scrive: dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi. E ci dice: Dio stesso si prende cura di noi, perciò la nostra speranza è viva, apre nuovi orizzonti e cambia le coordinate della nostra vita. Il nuovo orizzonte che Dio ci dona fa sì che camminiamo in un ampio spazio, che siamo liberi.

Per i primi lettori della nostra lettera è stato molto importante conoscere il fondamento della propria vita. Loro sono una minoranza in mezzo ad un mondo pagano. Anche se non ci sono ancora le persecuzioni, possiamo dare per certo che comunque i cristiani del tempo dell'epistola sono degli outsider, persone ai margini. Perciò desiderano una base certa per la loro vita.

Una base solida, la desideriamo anche noi. Certo, le coordinate del mondo sono cambiate, ma anche noi viviamo delle incertezze: può essere la salute che cambia da un giorno all'altro, il posto di lavoro oggi non è più certo come una volta, le relazioni sono più fragili e il futuro del mondo e più che incerto.

L'autore conosce le delusioni e le incertezze, perciò scrive: per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile.

Una persona importante del recente passato, un uomo diventato testimone della rinascita è stato il teologo e pastore Dietrich Bonhoeffer. La prima domenica dopo Pasqua del 1945, era l'8 aprile, egli ha interpretato proprio il nostro brano.

Era in viaggio con altri detenuti da Buchenwald a Flossenbuerg. Il trasporto detenuti si ferma a una scuola e Bonhoeffer chiede di poter fare una meditazione sul versetto Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

Prima che egli avesse potuto fare una meditazione anche a dei detenuti che aspettavano in una seconda aula, Bonhoeffer venne trasportato via. Bonhoeffer si congeda in una nota dall'amico vescovo di Chichester, George Bell: questo per me è la fine, ma anche l'inizio. Un giorno dopo, Bonhoeffer venne giustiziato poco prima dell'arrivo dei liberatori. Anni dopo un detenuto sopravvissuto dice di lui: aveva una speranza salda.

Sulla speranza Bonhoeffer scrive: se già le illusioni umane hanno un potere forte, in modo da poter far girare il mondo, quanto più grande è un potere di una speranza salda, perciò non è una vergogna sperare, sperare senza limiti.

E' questo il messaggio centrale della prima domenica dopo la Pasqua. Vivere nella speranza, avere un orizzonte aperto per agire concretamente nel mondo e non farsi sopraffare dalle avversità, perché il Signore è risorto.

Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.

Jens Hansen

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