IL RITORNO (parte 201848473)
Non scrivo da un anno e mezzo a ben vedere. E questo perché sono un incoerente del cacchio, come sempre. Cos'è, la quarta volta che ho un blog e dopo un po' smetto di pubblicare roba? Non va bene, non va bene.
Dall'ultimo post è passato un anno e mezzo, molte cose sono cambiate. È arrivato il Governo dei Meme, c'è stato uno scandalo dietro l'altro, ho mandato a cagare alcuni amici di lungo corso e ne ho conosciuti di nuovi che ben rimpiazzano quelli vecchi.
In questo periodo ho pensato molto a questo paginone, non solo su quello che volevo portare come contenuti ma anche ad una nuova veste grafica: sto lavorando ad entrambe le cose.
In particolare sulla questione contenuti ho ritrovato la cartella dove mettevo tutte le bozze incomplete e ci ho trovato:
- bozza di articolo sugli angeli biblici, che sono strani forte
- bozza di articolo su “perché chiamerò un mio probabile figlio come l'Ammiraglio Adama di Battlestar Galactica” in 10 punti e dimostrabili matematicamente
- DIOCRISTO LA MELONI E IL SUO GOVERNO
- una fracca di film che ho visto e che ho recensito a metà
- robe di lavoro, portando avanti la rubrica “Storie di un programmatore poco giovane”
- nuovi hobbies, come tirare con l'arco e imbottigliare liquori casalinghi
- nuovi posti che ho visto
- ...tornare a vivere da solo.
Ecco, l'ultimo punto è quello che mi ha dato una sorta di ripartenza per quanto riguarda questo mio spazio.
Dopo 36 anni (senza considerare 3 anni e mezzo spesi all'estero) ho finalmente lasciato Porta Palazzo per andare in un nuovo quartiere, con una casa nuova di pacca e tutte le mie cose. Raggiungere per la terza volta l'indipendenza. Si perché la mia vita è stata piuttosto altalenante. 6 anni fa mi sono trasferito in Portogallo, 3 anni fa sono tornato in Italia con la promessa che “oh a breve parto per Barcellona che ho un contatto potentissimo” e solo un anno fa ho fatto i conti in tasca alla mia vita: mi conveniva restare qui. Ho cercato una casa qui, complice l'avere un posto di lavoro che definire “d'oro” è riduttivo (grazie azienda, grazie Roberta mia paziente responsabile) e tutta una serie di cose... beh mi hanno permesso di FINALMENTE trovare quella serenità e spazio che cercavo da tanti anni. E che finalmente mi sono guadagnato. E questa è la parola chiave: “guadagnato”. Perché mi sono fatto un culo così, e non scherzo, per ottenerlo.
Sostanzialmente il mio spazio è un trilocale con un terrazzo esagerato in una zona riqualificata grazie alle Olimpiadi 2006, con un contratto di affitto di 99 anni (con somma risibile rispetto alla media torinese), box auto e acqua incluse nella spesa e molte comodità a seguire. Storie di cooperative sociali insomma. Scusate se flexo ma vaffanculo per una volta nella mia vita voglio farlo e posso.
Un mese che sono qui.
Non nego che l'inizio sia stato un po' una novità in tutto: la prima cacata, la prima doccia, la prima pasta col pesto del barattolo, la prima birra stappata, la prima sigaretta “condita” dal balcone. Una serie di cose che tutto sommato avevo sì già sperimentato prima in Polonia e poi a Lisbona ma hanno tutte un sapore davvero nuovo e meritato in questa nuova situazione.
Mi è pure ripartita la scimmia del DIY, quindi (come anticipato) ho cominciato la produzione del limoncello casalingo, della ginger beer, coltivazioni di lattughe e patate, e molto altro in cantiere che arriverà anche se in maniera abbastanza sperimentale. Ho un barile di birra da riconvertire a fermentatore, ho ritirato fuori telaio e racla per farmi le magliette, voglio ricominciare a suonare il basso, intendo fare un corso di cucina ed uno di falegnameria, voglio fare esperimenti con delle vecchie celle fotovoltaiche che ho da parte e alcune metrature di led per fare delle decorazioni e... non avevo mai sentito il bisogno di un televisore prima di questa fase della mia vita. Il mio soggiorno è piuttosto vuoto e grande, che fare se non delle serate film sul divanone con gli amici che ho se poi non ho un televisore adeguato allo scopo?
Cambiamenti, uno dietro l'altro.
E soldi che volano a stormi fuori dal portafogli per atterrare nelle casse del supermercato sotto casa, come tutte le imprese all'inizio della carriera. Ma è tutto a posto, era tutto previsto. Piano piano le spese andranno ad ammortizzarsi in automatico non avendo più “il bisogno” di comprare qualcosa che ho già e comunque ho fatto la formichina per anni e il mio conto ha qualche zero mi fa stare tranquillo.
Comunque sia i nuovi contenuti che volevo portare sono un po' di roba che faccio e che creo magari, come ho spiegato. Ricette, tecniche e quanto altro non solo per chi mi legge ma anche per avere un foglio con tutto scritto per me.
Non prometto nulla, non so quando uscirà il prossimo perché come ho già detto sono un incoerente pazzesco anche in ciò che mi piace fare, però intendo dedicare un poco del mio tempo a questa mia passione che è la scrittura, anche se su uno strumento desueto come un blog, nella sua forma molto molto artigianale ed assolutamente non pubblicizzata.
Perché farlo allora? Come al solito, “perché no!?”.