UNDICI UNDICI

«Oh oggi è l'UNDICI» «...si lo so...» «Ok, ma UNDICI dovrebbe dirti qualcosa. Ripetuto 3 volte magari...» «No. Aspetta, non vorrai mica dirmi» «SI» «...che hai ripreso a guardare Stranger Things? Te l'ho detto già varie volte, quella serie sarebbe epica solo se durasse una sola stagione grazie al sacrificio della protagonista che-» «NO, non hai capito. UNDICI. UNDICI. UNDICI.» «Oddio»

Si perché l'undici novembre duemilaundici per me è una data da ricordare, e lo stesso vale per moltissimi gamer che vogliono essere considerati come tali. Una di quelle date che devono essere intese come parte integrante della storia contemporanea. Una cosa che MANNAGGIA.

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Ma eccovi il trailer di quello che dovreste conoscere come una pietra miliare, se fate parte del mondo gamer, perché sono nozioni importanti da tramandare ai posteri. Altrimenti beh... godetevelo perché comunque è un video da brividi.

Solo il giorno prima la mia vita era molto diversa. Avevo 23 anni, già lanciato nel mondo del lavoro e tranquillo su come sarebbero andate le cose in futuro. Il problema è che il giorno dopo il mio lato da gamer avrebbe cambiato tutto. Ricordo perfettamente dov'ero: nel letto, appena suonata la sveglia delle 7, pronto a dire “ok vado in ufficio con la bici (9km) come sempre e non devo farmi notare. Non devo parlarne con gli altri per non destare sospetti”. Del resto ero stato molto attento nei mesi precedenti, tutti i calcoli erano fatti e guardavo solo l'uscita delle 17 per attuare il mio piano. Sarebbe partito alle 18.00, ora in cui avrei raggiunto il Game Stop del centro commerciale che avevo giusto di strada per andare a casa. Appena presa la copia del day one la mail era già pronta da spedire al mio medico: “eh sai mi sento l'influenza” e non saprò mai se mi avrebbe dato una mutua di qualche giorno perché anche lui avrebbe giocato a quello stesso gioco o perché chissà quale convergenza astronomica mi volesse premiare per qualche motivo, ma arrivò la mattina successiva comunque la mail fatidica:

UNA. SETTIMANA. DI. MUTUA.

Io ero raggiante. La mia xbox fremeva. Inserii il disco e... “ciao, se vuoi giocare a questo purtroppo devi togliere la modifica”. All'epoca la mia xbox era moddata e avevo più giochi pirata che altro. Guardai i giochi copiati, dissi loro “alla prossima” con un velo di tristezza ed installai l'aggiornamento.

Venti minuti dopo ero in Skyrim e tutto cambiò.

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Skyrim è stato il gioco della vita. Non come Half-Life che resta il mio preferito fra gli sparatutto, non un Mass Effect che come gioco di ruolo è incredibile ancora oggi e soprattutto come trilogia fà accapponare la pelle ed altri che non saprei più citare perché ormai come giocatore sono anziano e tanti titoli che conosco ormai sono dimenticati. Volete davvero che vi parli di Thunder Brigade o I-War? No, li ricordo solo io ormai. È che davvero quello, Skyrim, ha cambiato tutto. In quel periodo TUTTI ci giocavano, nessuno escluso. Questo perché a differenza di altri titoli che ho già citato era vivibile, letteralmente. Potevi viverci in Skyrim. Mangiare, dormire, farti una passeggiata per i boschi o una nuotata nel caso. Più tutto il resto naturalmente, come andare a caccia di mostri o scoperchiare cripte dimenticate che nemmeno Indiana Jones.

Alle medie ho giocato a MORROWIND, che era il terzo capitolo di una saga fantasy che ti permetteva di scegliere razza, colore e segno zodiacale per andare nelle avventure di un mondo fantastico. OBLIVION, il seguito, prometteva ancora di più. Skyrim, quinto capitolo della serie THE ELDER SCROLLS, era il massimo ed è ancora oggi la bussola del genere per molti aspetti.

Era l'UNDICI. NOVEMBRE. DUEMILAUNDICI. Quattoridici anni fa.

Sono in ritardo di 4 anni almeno per questo tributo, scusatemi, ma dovevo farlo.

Ma di che parla SKYRIM?

Ok magari non lo sai. Sono qui per questo.

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Ti svegli su un carro bestiame, legato, con della gente intorno a te che si lamenta. Chi dovrebbe essere condannato a morte e chi dice “Ah fanculo, sono fiero di essere un brigante” e te che non hai idea del perché quel carro avanza nella neve su un continente fantasy sconosciuto. Si decide della tua esecuzione. Oggi ti gira male, sei sul carro dei perdenti e quindi ti tagliano la testa ma... aspetta, appena ti appoggi sul ceppo del boia pronto per l'accettata finale... quello è un drago? E perché sta distruggendo il villaggio? Improvvisamente devi scegliere se scappare coi ribelli o andare incontro ai tuoi carnefici per dimostrare buona fede, nel mentre arrivano anche grizzly incazzati e ragni di tre metri che vogliono farti la pelle e in dieci minuti sei già pronto a scegliere il tuo destino guardando una valle immensa davanti a te appena uscito fuori dalla grotta che hai percorso per tutto quel tempo. Ora sei libero. Puoi andare coi ribelli, puoi allearti col governo locale, puoi costruirti una casa, puoi andare a caccia di mostri e draghi. Le tue armi? Puoi diventare un fabbro e forgiartele, o diventare un maestro di spade con la possibilità di assimilare la licantropia o passare ai ribelli e possibilmente diventare un vampiro. Sicuramente andrai a spaccare crani nelle tombe degli antichi per prendere i loro antichi tesori. O magari diventare il capo dei maghi e scriverti da te le tue pergamente e le tue magie, tutto ti è permesso. Vuoi fare l'assassino? Beh se sei abbastanza bravo prima o poi andrai a uccidere l'Imperatore in persona. Fai cosa ti pare, quel continente intero è tuo. E il bello è che quando finisci la quest principale e le secondarie, un generatore di missioni automatico ti dà l'illusione che il gioco sia infinito, una novità per l'epoca. E non si contano nemmeno le mod che negli anni gli appassionati hanno prodotto a tempo perso, solo per divertirsi e per far divertire gli altri come loro. La passione vi dico, quella vera.

Tante se ne sono raccontate fra recensioni e video su Skyrim, non devo ripetervele io. So solo che ancora vale la pena prendersi una settimana di ferie per giocare a qualcosa che, a buon diritto, dovrebbe essere preso in considerazione per capire che effettivamente il videogioco è un media che non è solo una cosa per nerd ma dovrebbe essere elevata ad arte riconosciuta. E non lo dico con leggerezza, spesso i videogiochi hanno trame che Hollywood ormai si sogna soltanto e che la stessa cerca di trasporre sui suoi schermi con risultati spesso disastrosi, trattando il videogioco come una mera nerdata senza un reale scopo e soltanto per pochi.

Ancora mi stupisco di come siano riusciti a sminchiare la serie tv di Halo fin dal primo episodio, come se gli sceneggiatori non avessero mai giocato a un singolo capitolo o almeno aver letto a grandi linee la trama.

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