La democrazia muore nel dubbio dell'ignoranza
Platone scrisse che la democrazia può essere l'anticamera della dittatura, quando degenera.
Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo (Paltone, La Repubblica)
Le democrazie muoiono per la loro difficoltà di sostenersi. L'involuzione inizia quando le parole perdono il loro significato e vengono utilizzate per scopi personali, svuotate dei concetti, strumentalizzate. Una perdita di logica, di razionalità, che conduce poi all'annullamento dei valori. La libertà diventa un ideale astratto, metafisico, assoluto; unico fine di ogni individualismo. Uno strumento individuale, una scusa per raggiungere una propria libertà con ogni mezzo, e non più fine sociale condiviso da sostenere. La libertà non è più un valore reciproco ma diventa un'affermazione personale. Corruzione, clientelismo, favoritismi divengono diffusi e, più si diffondo, più si alimentano di un tessuto sociale che si disgrega, prima lentamente e poi con sempre maggiore velocità. Il diritto perde la sua funzione di riferimento legislativo, smantellato pezzo per pezzo in un'intricata e confusa complessità; con il tempo diviene azione di fatto di qualunque autorità abbia forza cogente.
I fini diventano strumenti e gli strumenti, piegati agli interessi individuali, vengono utilizzati per giustificare surrettiziamente il falso. Tutto si fa per conquistare il potere e per affermarlo sugli altri chiamandolo libertà. Rimane solo la possibilità di cercare di imporre se stessi agli altri, sgomitare, farsi largo, come in natura, nella giungla. La libertà dell'indifferenza, la libertà di essere ignoranti, la libertà dell'aridità dell'anima. Ma sono vere libertà? Fin qui viene piagato e avvilito il concetto di libertà in una democrazia morente.
Un vortice in cui tutto si confonde e perde la propria natura, in cui a volte gli strumenti diventano fini. Ogni riferimento viene perduto, l'orizzonte è confuso, la razionalità perduta; rimangono solo l'inconoscibilità e il mistero.
Prendiamo il caso del dubitare come funzione conoscitiva. In una democrazia decadente viene lentamente trasformato in fine: il dubbio diventa un valore in sé, permettendo di vanificare ogni forma di conoscenza. La discussione diviene anche fine a se stessa e non mezzo di risoluzione dei problemi della cosa pubblica (res publica). In questo modo si paralizza una democrazia. Impedendo l'acquisizione di conoscenza si elimina ogni possibilità di risolvere i problemi. Le società divengono una massa di individui isolati che si lamentano.
La distorsione del meme del dubbio e la sua diffusione con l'interpretazione alterata è uno dei sintomi di una società che percorre la strada della dissoluzione del proprio tessuto. Qual'è la funzione del dubbio? Quella di sottoporre una teoria, un'idea, una soluzione a valutazioni sempre più approfondite al fine di stabilirne l'efficacia o la fattibilità. Cercare di stabilire la verità. Non è quella di dubitare sempre di tutto come se lo stesso dubbio fosse l'obiettivo. Il dubbio non è conoscenza ha un valore solo come strumento finalizzato al sapere.
Un altro elemento che segue un percorso simile è la discussione, anche in questo caso considerarla come un valore fine a se stesso è la paralisi delle decisioni democratiche. I parlamenti discutono ma non legiferano o lo fanno molto lentamente in completa asincronia con il mutare della società reale. Confrontarsi è un modo per approfondire e compiere scelte equilibrate su una base reale dei problemi. Discutere con il fine di discutere, concertare tanto per concertare porta all'immobilismo delle istituzioni. Il sarcasmo nei confronti della democrazia inizia a farsi strada nelle persone, le quali non si rendono conto che non è la democrazia il problema, ma il logorarsi delle capacità razionali degli individui che ne fanno parte.
Questi due Leviatani schiacciano la democrazia fino a la renderla una scatola vuota e ridicola. Predispongono la mente degli individui al desiderio dell'uomo forte che decide, che risolve, perché gli stessi individui non hanno più gli strumenti per comprendere e scegliere. la tirannia è servita. Il tiranno è pronto.
Quando tutto è vero e niente è vero, quando ogni idea, anche la più assurda è accettabile e percorribile, dalle teorie di QAnon alla terra piatta, fino ai movimenti antiscientifici, anti vaccinali, anche l'ingiustizia della tirannia è riabilitata. L'oblio della razionalità è pervasivo.
Le democrazie posano le loro fondamenta nella formazione degli individui, un processo lento e faticoso che è semplice minare alla radice. E' sufficiente non investire nella scuola.
Mi trovate anche qui: