Indecisione

Il Filo Rosso è il tentativo di un gruppo di ragazzi e ragazze di ispirare e ispirarsi. L'intento è lodevole. Tanto da meritare un contributo. Il Filo raccoglie qualunque tipo di lavoro, quindi voglio tentare qualcosa di inusuale, una sorta di copione/canovaccio teatrale. Usate l'immaginazione.

INDECISIONE

Ai due lati del palcoscenico, due leggii a podio di legno. Quello alla sinistra del pubblico (SX) illuminato da un fascio di luce solare, in sfondo spiagge, paesaggi luminosi. Quello alla destra del pubblico (DX) illuminato da fioca luce lunare, in sfondo foreste, montagne, notte stellata. Al centro, emerge dalle ombre il protagonista(P). Calzamaglia nera, mutande bianche sopra essa, maglia nera. Corre verso SX come un bambino, si afferra rumorosamente al podio sbattendovi le mani sopra.

Sapete, a me piace un sacco il mare! È bellissimo, tutti quei pesciolini...

P si guarda intorno, corre allegro verso DX, ci sbatte contro come sopra.

Ma anche le montagne! Sono bellissime! Scoiattoli e stambecchi! Quando andiamo in gita al bosco mi metto sempre a esplorare tutto, valli, passi, strade…

Come sopra, verso SX.

Fino ad arrivare alla spiaggia, ma non è che la preferisco anzi, non saprei dire cosa mi piace di più. La sabbia, il calore del sole, le onde che non si fermano mai… MAI!

Come sopra, verso DX.

Eppure anche la calma della foresta, il placido riposare della notte, il respiro della montagna. Ah…

P corre al centro, si ferma, toglie le mutande, indossa dei pantaloni, una giacca elegante lasciata aperta con camicia bianca. Incede verso SX, dove una donna, bionda in vesti rosse e sbarazzine, lo attende. Si abbracciano, si scambiano baci appassionati. P la lascia e sbatte la mano sul leggio.

Clara! Oh clara, non puoi capire quanto t’amo. Le tue labbra rosse come il fuoco, i tuoi occhi più luminosi del cielo!

P fa una smorfia, scende dal podio, incede verso DX, dove una donna, mora in vesti grigie ed eleganti, lo attende. Si abbracciano, eseguono un profondo casqué, P la bacia a lungo. Si rialzano, P la lascia, sbatte la mano sul leggio.

Moira, oh mia moira. Non esistono parole degne del paragone con la tua beltà. La luna non è che pallida imitazione del tuo fulgore, la notte luccicante approssimazione dei tuoi divini capelli.

Scende dal podio, incede verso SX. Al suo arrivo la donna gli appioppa un sonoro ceffone. P si massaggia la mascella.

Clara! Mia diletta! Io t’amo come una falena ama il fuoco!

La donna se ne va. P cerca di trattenerla, si dispera. Poi incede verso DX. La donna gli appioppa un sonoro ceffone. P si massaggia la mascella.

Moira! Mio usignolo! Sei per me come la luna per l’ipomea alba!

La donna se ne va. P cerca di trattenerla, si dispera.

P va al centro, toglie giacca e camicia rimanendo in maglia nera. Indossa una parrucca bianca e voluminosa, come einstein. Prende un bastone e si avvia, schiena curva e passo incerto, verso SX. Quando vi arriva, sbatte il bastone sul tavolo.

Sapete, secondo me la mattina è la parte migliore della giornata. Se ho qualcosa da fare, preferisco farla all’alba, perché c’è tutta l’energia del nuovo giorno, la promessa del divenire, la luce sfolgorante del futuro. Sì, se fosse per me, il sole tramonterebbe solo per una manciata d’ore.

Come sopra, verso DX.

Secondo me, è la notte la parte migliore della giornata. C’è calma, tranquillità. Il tempo di ricordare il passato, di pensare, di creare. O di divertirsi, anche. Fosse per me, il sole sorgerebbe solo per una manciata d’ore.

P arranca verso SX. Arrivato al centro, da sinistra entrano in scena due uomini in tuta rosa carne. DX li vede, cerca di allontanarsi, lo raggiungono. Prova a dimenarsi ma viene sopraffatto. P viene ammanettato. Dalle ombre al centro viene portato fuori un pilastro trapezoidale in legno, con un gancio a circa due metri. I due uomini vi trascinano P. Gli alzano i polsi ammanettati sopra il capo, lo appendono così al gancio. Se ne vanno. Le luci scemano, tranne lo spot su P. Tenta di andare verso SX, tenta di andare verso DX. sospira.

Ah… Indeciso mi dicono quando passo dall’alba al tramonto, dal fuoco al ghiaccio. Indeciso mi dicono quando rimango immobile nel mezzo. Ma come posso, io mi chiedo, esserlo, se nelle mie facoltà non c’è alcuna scelta, alcuna decisione?

Silenzio.

Eppure, se così non facessi, a nulla servirei.

Silenzio.

Beh, io ho fatto il mio, ora sta a voi.

Silenzio ininterrotto per più di un minuto, per la prima volta dall’inizio. Quindi sipario.

E uno e due. E uno due tre e quattro