Trent'anni

Mi ero ripromesso di non scrivere nulla sul trentennale del tragico weekend del 1° maggio 1994, quello della morte di Ayrton Senna e di Roland Ratzenberger, non perché non mi interessi o perché non lo ritenga un evento epocale, semplicemente perché so che tutti ne avrebbero parlato e non mi piacciono molto le cose nazional-popolari. Alla fine ho deciso di scrivere comunque queste quattro righe in cui non vorrei né raccontare cosa accadde in quei giorni (tanto lo sapete tutti), né le cause di tutto ciò (ci sono state indagini, processi e sentenze al riguardo). Vorrei invece raccontare il mio ricordo di quei giorni, perché io c'ero (essendo ormai un vecchio). C'ero nel senso che ricordo bene tutti gli avvenimenti di quel fine settimana e quel sabato 30 aprile in cui morì quel giovane austriaco semisconosciuto ero proprio lì, a Imola, anche se non alla variante Villenuve o alla vicina curva della Tosa, ma in un'altra parte del circuito, alle Acque Minerali. Eravamo arrivati in circuito quella mattina con alcuni amici e compagni di università, avevamo scelto di andare a vedere le qualifiche del sabato preferendole alla gara per il minor pubblico presente e poi al sabato molte tribune erano ad accesso libero con il biglietto di prato (così si chiamava quello che permetteva di accedere al circuito in tutte le aree che non avessero un accesso regolamentato), e così scegliemmo la tribuna delle Acque Minerali, dove c'era ancora la variante che rallentava le macchine in discesa dalla Piratella. Poi all'improvviso quella comunicazione che le prove erano state interrotte, che era successo un grave incidente in un'altra parte del circuito, le voci che iniziavano a rincorrersi, all'inizio sembrava che il pilota coinvolto fosse Gerhard Berger, allora pilota della Ferrari, ma poi si capì che non era così e l'errore era dato dall'evidente assonanza tra i cognomi dei due piloti e si trattava dell'altro pilota austriaco, Ratzenberger, per l'appunto. Silenzio, brusio, le notizie che non arrivano (era il 1994, non c'erano i telefonini e Internet non sapevamo nemmeno cosa fosse) poi inizia a serpeggiare la voce che sia successo qualcosa di davvero grave, forse è morto non si sa, fino a vedere l'elicottero del 118 che arriva e dopo un po' riparte facendo presagire che le cose siano andati Il giorno prima era successo il terribile incidente a Rubens Barrichello, che se l'era cavata con un po' di ammaccature e tante paura, e già lì avremmo dovuto capire che quello era un weekend maledetto. Poi le prove ripresero, la giornata finì e solo al nostro ritorno a casa scoprimmo che era successo quello che non avremmo mai voluto sentire e quel semisconosciuto pilota austriaco era davvero deceduto schiantandosi a oltre 300 all'ora contro il muro della curva Villeneuve. E così, con la mente ancora frastornata dalla morte in diretta del giorno prima, arrivò il 1° maggio, giorno della gara. Gara che iniziò subito male, con l'incidente alla partenza tra JJ Letho e Pedro Lamy, che, pur non causando gravi danni ai piloti (che se la cavarono con qualche indolenzimento), provocò il ferimento di diversi spettatori in tribuna. Sembrava che ce la fossimo cavata con poco (anche se in realtà uno spettatore rimase in coma per diversi giorni a causa del trauma causato da uno pneumatico che lo aveva colpito) e ci accingemmo alla seconda partenza. Ma dopo pochi giri successe quello che tutti sappiamo. L'incidente, i lunghi minuti di attesa e di nuovo quell'elicottero del 118 che arrivava e poi ripartiva verso l'Ospedale Maggiore di Bologna. Ho ancora ben nitidi i ricordi di quella giornata, anche a trent'anni di distanza. Ero a casa della mia fidanzata dell'epoca (chissà che fine avrà fatto?) e guardavo la corsa con lei e suo padre. Vidi l'incidente, con ancora i pensieri per ciò che era accaduto il giorno prima e semplicemente non ce la feci a guardare ancora. Chiesi a lei se voleva venire con me e andammo a fare un giro, sperando di trovare al nostro rientro una notizia confortante, ma così non fu. Tornammo e suo padre ci disse che era ufficiale, Senna era morto. Non aggiungerò altro, su Senna pilota, campione e uomo sono stati versati fiumi di inchiostro, in opere ben fatte e altre fatte decisamente peggio, non è questo lo scopo di queste poche righe. Volevo solo condividere questi miei ricordi a trent'anni di distanza.