Amore incondizionato
Qualche giorno fà ero in macchina con il classico traffico più o meno scorrevole, la radio non ricordo neanche che pezzo stesse passando. Guido sempre con il volume rasente lo zero perché mi piace avere una musica di sottofondo o le voci degli speaker come se fossero lontane, permette di dare la possibilità alla mia mente di pensare ad altro, un modo come tanti per accorciare le distanze o, molto più semplicemente, per parlare con me stesso. Ero quasi giunto alla mia destinazione, l'ultimo paio di rotonde, piccola coda dovuta a dei lavori in corso, e finalmente avrei riabbracciato il mio piccolo. Quell'ometto cresce a vista d'occhio, sembra ieri che a stento riusciva a gattonare ed ora già cammina e sperimenta l'indipendenza. Arrivo allo spiazzo antistante il nido, un parcheggio condiviso dalla scuola materna, una chiesa, le abitazioni ed ovviamente il nido. Ogni volta mi incuriosisce il fatto che ci sia sempre almeno un posto libero ad attendermi, come se non volesse farmi perdere tempo.
Scendo dalla macchina e mi accodo alla fila di genitori e nonni. La solita attesa dettata da un convenevole susseguirsi delle solite frasi sul tempo e sulla salute dei piccoli ed è finalmente il mio turno. Attendo altri pochi istanti, si apre la porta, ed eccolo il mio ometto. Potesse saltarmi addosso lo farebbe ma per il momento si limita solo ad allungare la braccia e piangere per la gioia di vedermi, almeno spero. La maestra mi aggiorna sulla giornata trascorsa, ci salutiamo e mi dirigo nuovamente alla macchina. Durante la breve, brevissima, camminata è un susseguirsi di baci e coccole. Posiziono l'ometto nel seggiolino e mi risiedo in macchina, finalmente si torna a casa.
Mentre guido è un continuo susseguirsi tra guardare la strada e cercare il suo sguardo, dallo specchietto retrovisore o girandomi. In quel preciso istante ho provato una sensazione che mi ha riportato al passato. E' durata pochi istanti ma l'avevo provata altre volte in precedenza. Spesso capita che un odore, un colore, anche una semplice emozione mi faccia venire un flashback dal passato, che sia in ricordo o un'emozione piacevole ma anche negativa. Mi sono sentito, banalmente parlando, felice. Quell'emozione che si può provare quando si và a prendere per le prime volte la fidanzata, giusto per rendere un'idea. Le emozioni, generalmente, sono fortemente soggettive, ognuno le percepisce in modo totalmente differente quindi risulta complicato riuscire a spiegarle. Ero semplicemente felice di vivere quel momento, ma in modo diverso rispetto al passato. Non era un felicità dettata dal momento stesso bensì era una sensazione dovuta alla realizzazione di un momento. Questo pensiero è stato il mio chiodo fisso di tutta la restante parte della giornata. Durante tutto il pomeriggio fino al bagnetto della serata, momento unicamente nostro, per concludersi con la “nanna” abbracciati nel letto. La differenza era la consapevolezza del sentimento provato. Quella sensazione molto simile al passato era dettata non tanto dalla voglia di rivedere una persona a me cara, ma dalla necessità di rivederla.
Anche se non ho mai avuto un padre ho sempre avuto ottime figure paterne, una tra tutte mio nonno. Ma nella realtà della vita non ho mai avuto la possibilità di avere un riferimento, positivo o negativo, che mi abbia dato le basi sulle quali costruire poi la “carriera” futura da padre. Sono io a decidere che tipo di padre essere per i miei figli; quello che non ho mai avuto, quello che avrei voluto. Sentire la necessità di andare a prendere mio figlio, di tenerlo in braccio e giocare con lui, aspettare il nostro momento del bagnetto serale; son tutti momenti che io, noi, abbiamo inconsciamente creato. Stiamo pian piano gettando le basi di rapporto padre-figlio. Basi che stiamo creando senza neanche accorgercene. Quella sensazione, provata a descrivere in precedenza, forse riflette un pò tutto questo. La necessità di essere per un'altra persona tutto ciò che io non ho potuto avere, o forse è semplicemente il mio modo di essere papà.
°Fine°
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