Invisibilità di massa
Tu la prendi troppo sul personale. Questa è stata la frase che mi ha detto il mio socio mentre facevamo la nostra corsa quotidiana. Forse ha ragione, ma è da parecchio tempo che sto notando certi atteggiamenti e, più in generale, il modo di concepire internet, ed in particolar modo i social.
Ciao, a cosa stai pensando
Decontestualizzando il discorso precedente potrei sembrare pazzo o quantomeno suscettibile, quindi è meglio raccontare l'accaduto. Ho messo in vendita alcuni articoli che avevo a casa e non utilizzavo più. Pubblico il mio annuncio su vari portali, uno tra tanti marketplace di Facebook, ed ovviamente aspetto. Passano qualche manciata di ore e incomincio ad essere contattato. Su alcuni siti, incentrati sulla compravendita, le conversazioni risultano normali, anzi gradevoli, come se un cliente entrasse in un negozio chiedendo informazioni sulla merce esposta. Un linguaggio semplice e confidenziale, tuttavia rispettoso. Le meraviglie invece accadono proprio sul social network per eccellenza. Il novanta per cento delle persone che mi contatta mi fà perdere tempo, con proposte assurde, prese in giro ed una proprietà di linguaggio pari ad un lattante. Non voglio fare il professore snob della situazione, sia chiaro, ma almeno iniziare una conversazione con un Buongiorno, basta anche un semplice ciao! Perché di fatto, di una conversazione si tratta. Dall'altra parte del telefonino c'è una persona che legge e risponde alle minchiate che vengono scritte, porca miseria! A tutte quelle persone che scrivono dal nulla Ti offro 20 euro ma me lo devi portare tu, sappiate che la vostra tanto amata televisione trasmette per la maggior parte finzioni e voi siete degli imbecilli, non affaristi ad un banco di pugni, se pensate di potervi comportare nello stesso modo!
Tralasciando adesso la questione personale – se ve lo state chiedendo, son riuscito alla fine a concludere la compravendita – mi sono soffermato sempre più sulla natura attuale dei social. A cosa stai pensando Ci viene chiesto di scrivere quello che ci passa per la testa, perché il nostro pensiero è importante! Il problema però è che se tutti scrivono quello che gli passa per la testa, chi ha poi tempo o voglia di leggere quello che passa per la testa di altri Se da un lato è vero che l'esprimere la nostra opinione è di fatto un diritto, quante di queste risultano inutili, fuorvianti e spesso puramente provocatorie
Mi ricordo, svariati anni fà, prima della nascita di un social che centralizzasse il sapere e le necessità, si utilizzavano le chat, una tra tutte IRC. Utilizzavamo tutti degli alias, a nessuno veniva in mente di utilizzare il proprio nome e cognome, eppure c'era molta più informazione e libertà di espressione. Le chat erano incentrate per area di interesse e si parlava di ciò che realmente interessava, dove il proprio pensiero o esperienza aveva un reale valore, poteva essere d'aiuto ad altri. Oppure la si usava semplicemente per parlare, venendo a creare delle amicizie virtuali di tutto rispetto. Ovviamente le teste calde non mancavano, ma venivamo semplicemente moderate eo escluse.
Tornando ai tempi nostri, dove tutti possono esprimere il loro pensiero, dove risiede la reale utilità dell'avere un social che ti permette di scrivere tutto quello che ti passa per la testa se poi non c'è nessuno che ha voglia di leggere oppure, situazione sempre più comune, il tuo parere non è di alcuna utilità Trovo svariate centinaia di commenti riguardanti, ad esempio, un post di un articolo di un incidente stradale. Riesco a leggere solo per pochi minuti, perché la quantità di commenti inutili rasenta la follia. Schiere di persone che si uniscono al dolore delle famiglie con un evergreen RIP (magari scritto mentre aspettano il loro secondo giro di spritz) oppure altri che, nonostante tutto, riescono a scrivere un se la sono andata a cercare, se corrono per le strade questi sono i risultati. Ovviamente potrei continuare quasi all'infinito ma l'idea di base resta sempre quella io scrivo quello che mi passa per la testa, poi chiudo e vado a fare altro.
Il poter esprimere tutti la propria opinione non ci rende liberi, bensì invisibili. Massa di persone che si arrogano il diritto e il dovere di vomitare il proprio pensiero in quel fiume di pensieri ed opinioni senza controllo, lasciato lì a scorrere impetuoso, in un'assordante afonia che è l'internet di tutti. Siamo diventati tutti invisibili, pur usando il nostro nome e cognome, perché a nessuno interessa sapere chi o cosa c'è dall'altra parte dello schermo. Informazione e social ovviamente si sviluppano e si adeguano seguendo questo flusso. Le prime dando notizie spesso poco accurate, tralasciando dettagli per aumentare la massa di commenti – perché tutto sommato commenti e like al post fanno comodo (meglio la quantità che la qualità). I social invece si sono modificati, strutturandosi in modo tale da renderti costantemente in cerca di notorietà. In un fiume di pensieri e parole la voglia di primeggiare, esser quel guizzo momentaneo che suscita stupore ed interesse è diventata la nostra costante e prima ambizione. Ora direi che possiamo anche applaudirci da soli, tanto da invisibili non facciamo comunque rumore.
°Fine°
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