viewC'era una volta un ragazzo di nome Marco che frequentava l'ultimo anno delle scuole superiori. Era una giornata grigia e piovosa quando uscì dalla scuola per tornare a casa. Marco si rese subito conto che aveva dimenticato l'ombrello a casa e quindi dovette affrontare la pioggia senza protezione.
Nonostante la pioggia battente, Marco decise di camminare per tornare a casa. Non aveva molto da fare quel pomeriggio e decise di godersi la pioggia, anche se presto si ritrovò completamente bagnato. La pioggia si faceva sempre più intensa e Marco era inzuppato fino alle ossa.
Finalmente, quando arrivò a casa, si tolse i vestiti fradici e si fece una doccia calda per riscaldarsi. Indossò poi dei vestiti asciutti e si accoccolò sul divano per guardare un film e rilassarsi. Alla fine della giornata, nonostante la sgradevolezza di essere bagnato dalla pioggia, Marco si sentiva soddisfatto e felice di essere riuscito ad affrontare il maltempo senza lasciarsi abbattere.
wet
viewC'era una volta un uomo anziano che amava pescare in un lago piatto vicino alla sua casa. Questo era il suo posto preferito per rilassarsi e meditare sulla vita.
Una calda giornata estiva, l'uomo si sedette sulla riva del lago con la canna da pesca in mano. Dopo aver aspettato pazientemente per un po', sentì la presa della lenza che lo tirava con forza.
Con una grande sorpresa, l'uomo tirò su la sua canna e vide un grande pesce che si agitava nell'acqua. Con pazienza e determinazione, l'uomo continuò a tirare fino a quando finalmente il pesce venne tirato fuori dall'acqua e sulla riva.
Mentre guardava il pesce saltellare sulla sabbia, l'uomo anziano si rese conto della gioia che la pesca gli dava, non solo per la cattura del pesce, ma per l'intero processo che lo portava a questo momento di successo. Era la pazienza, la determinazione e la connessione con la natura che rendevano la pesca così gratificante.
L'uomo anziano tirò il pesce, lo guardò per un momento e poi lo lasciò andare, felice di averlo incontrato e di aver trascorso del tempo nel suo luogo preferito. Era un giorno felice per l'uomo anziano, e questo lo fece riflettere sulla bellezza e sulla semplicità della vita.
Relax
Creato da Midjourney
viewYggdrasill, l'albero della vita nella mitologia norrena, ha visto molti millenni passare. Si dice che le sue radici si estendano attraverso tutti i nove regni, sostenendo il mondo intero.
Yggdrasill ha assistito alla nascita e alla morte di innumerevoli creature, ha visto guerre e tragedie, ma ha anche osservato la bellezza della natura e della vita.
Ha visto i fiumi che scorrono e gli oceani che si estendono, le montagne che si ergono verso il cielo e le foreste che si espandono per chilometri. Ha visto creature di ogni forma e dimensione, dai più piccoli insetti ai più grandi giganti.
Ma cosa ha imparato Yggdrasill dai millenni trascorsi a osservare il mondo? Forse ha imparato che la vita è un ciclo infinito, con nascite e morti che si susseguono continuamente. Forse ha imparato che, nonostante le avversità, la bellezza e la grandiosità del mondo esistono ancora.
O forse Yggdrasill ha imparato che la vera saggezza risiede nell'essere un osservatore silenzioso, accettando il fluire della vita senza giudizio e senza interferenze.
In ogni caso, Yggdrasill è lì da millenni, in piedi e osservando il mondo. E ciò che ha visto nel corso dei secoli può insegnarci molto sulla vita, sulla morte e sulla saggezza che si nasconde nell'osservare e nel comprendere il mondo intorno a noi.
tree
viewEra una serata buia e tempestosa quando Alice decise di entrare nella vecchia casa abbandonata ai margini della città. Era sempre stata affascinata da quella vecchia dimora e aveva deciso che era arrivato il momento di esplorarla.
Una volta dentro, però, Alice si accorse che la casa non era poi così affascinante come si aspettava. Tutto sembrava vecchio e decrepito, con le pareti screpolate e le porte arrugginite. Ma Alice decise di continuare la sua esplorazione, e iniziò a girovagare per le stanze.
Mentre esplorava il piano terra della casa, Alice iniziò a sentire rumori strani provenire da una stanza adiacente. Era un rumore che sembrava provenire da qualcosa che si muoveva, e diventava sempre più forte.
Alice si avvicinò alla porta della stanza, ma non riusciva a vedere nulla all'interno. Con un sospiro, decise di entrare. Ma appena varcò la soglia, vide una figura alta e minacciosa che la fissava.
Alice rimase immobilizzata dallo spavento. Poi, improvvisamente, la figura si mosse e si avvicinò a lei. Alice urlò e si voltò per fuggire, ma inciampò e cadde.
Mentre cadeva, Alice vide che la figura minacciosa era in realtà solo un vecchio attaccapanni. Si alzò in fretta, cercando di calmarsi, e quando si guardò allo specchio vide una ciocca di capelli bianca sulla sua testa.
Alice capì che il vecchio attaccapanni l'aveva spaventata così tanto che aveva fatto venire una ciocca di capelli bianca. Decise che era il momento di andarsene da quella casa maledetta.
Mentre usciva dalla casa, Alice non riusciva a togliersi dalla testa la sensazione di terrore che l'aveva attanagliata. Ma alla fine era riuscita a sfuggire alla sua paura, anche se aveva dovuto pagarne il prezzo con una ciocca di capelli bianca.
scared
viewKandili era una candela molto preoccupata per il passare del tempo. Infatti, era costantemente in ansia per il fatto che prima o poi sarebbe stata bruciata fino in fondo, e non sarebbe più esistita. Kandili non voleva morire, voleva durare per sempre.
Un giorno, però, Kandili si accorse di qualcosa di strano. Le sue fiamme, solitamente luminose e vigorose, iniziarono a diventare sempre più deboli e spente. Kandili cercò di resistere, ma ogni minuto che passava la sua fiamma si abbassava sempre di più.
Poi, un rumore sordo si fece sentire in lontananza. Kandili era terrorizzata, non sapeva cosa stava accadendo. Improvvisamente, la porta della stanza si aprì di scatto, e un essere spettrale entrò nella stanza.
Kandili si accorse che quell'essere era lì per prenderla. Cercò di opporre resistenza, di allontanarlo con le sue fiamme, ma era troppo debole e impotente.
L'essere spettrale prese Kandili e la portò via con sé. Kandili non riusciva a credere a ciò che stava accadendo. Tutto ciò che aveva sempre temuto era diventato realtà. E adesso era condannata a una fine prematura e orribile.
L'essere spettrale portò Kandili in un luogo oscuro e tenebroso, dove le candele come lei erano costrette a bruciare per l'eternità. Kandili si ritrovò circondata da candele simili a lei, che bruciavano lentamente e emettevano un sibilo sommesso.
Kandili si sentiva sola e spaventata. Poi, la sua fiamma si spense lentamente, e lei si arrese alla sua fine. La candela che aveva avuto così tanta paura della morte, alla fine morì in una solitudine e tristezza estreme.
korried
viewGipeto era un magnifico uccello rapace, noto per la sua imponente stazza e la sua abilità di volare in alto nel cielo. Ma il suo lavoro quotidiano era molto più modesto: trasportare roditori da un punto all'altro d'Italia.
Ogni giorno, Gipeto si svegliava all'alba e si preparava per la sua missione. Caricava la sua enorme borsa sulle spalle, si assicurava di avere le cinghie ben allacciate e si dirigeva verso il suo primo punto di raccolta.
Gipeto era molto esperto nel suo lavoro. Conosceva ogni strada e ogni percorso d'Italia come il palmo della sua mano. Ogni volta che incontrava un ostacolo, sapeva come superarlo con facilità.
Ma un giorno, quando stava volando sopra le montagne, Gipeto si imbatté in una tempesta improvvisa. Le raffiche di vento lo sbalzarono in avanti e indietro, costringendolo ad atterrare bruscamente su una collina.
Mentre cercava di riprendersi, Gipeto si rese conto che la sua borsa era scomparsa. Era vuota, ma questo significava che tutti i roditori erano fuggiti.
Senza esitazione, Gipeto decise di cercare i roditori smarriti. Scoprì che molti di loro si erano rifugiati in un grande magazzino nelle vicinanze. Per recuperarli, Gipeto doveva passare attraverso un labirinto di corridoi e tunnel.
Ma Gipeto non si scoraggiò. Si avventurò nella rete di passaggi sotterranei e iniziò a cercare i roditori smarriti. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma alla fine riuscì a trovarli tutti.
Soddisfatto del suo successo, Gipeto raccolse i roditori e li riportò a destinazione. Era stato un lavoro difficile, ma alla fine, aveva dimostrato di essere un vero professionista. E mentre si dirigeva verso il suo nido in cima alla montagna, Gipeto sapeva che avrebbe sempre un'interessante storia da raccontare sulla sua avventura nel magazzino.
transport
viewL'equipaggio della navicella spaziale “Odyssey” viaggiava da mesi attraverso il vuoto dello spazio. Erano in una missione per scoprire nuovi mondi abitabili utilizzando il loro motore a salto nel iperspazio.
Dopo giorni di ricerca, finalmente trovarono un pianeta abitabile. Sceso sulla superficie del pianeta, l'equipaggio rimase senza parole di fronte alla bellezza del paesaggio.
Ma quando fecero ritorno alla loro nave, si accorsero che qualcosa non andava. Il motore a salto nel iperspazio aveva smesso di funzionare e l'equipaggio si ritrovò bloccato su quel pianeta.
Cercando una soluzione, l'equipaggio decise di esplorare il pianeta e incontrò una specie aliena altamente tecnologica che si offrì di aiutarli a riparare la loro navicella.
Mentre lavoravano insieme, l'equipaggio della Odyssey si rese conto che la specie aliena aveva una tecnologia avanzata che non avevano mai visto prima. E nel corso delle loro conversazioni, scoprirono che gli alieni avevano un motore a salto nel iperspazio ancora più avanzato rispetto al loro.
L'equipaggio capì che potevano finalmente tornare a casa con l'aiuto degli alieni. Ma durante il loro ultimo giorno sul pianeta, scoprirono che gli alieni erano in realtà in pericolo a causa di una guerra intergalattica. Con il loro aiuto, l'equipaggio riuscì a proteggere gli alieni e a porre fine alla guerra.
E quando finalmente tornarono sulla loro nave, l'equipaggio si sentì orgoglioso del loro lavoro e della scoperta di quel pianeta abitabile. Ma sapevano anche che avrebbero sempre un posto speciale nei loro cuori per gli alieni che li avevano aiutati a tornare a casa.
Jump
viewIl lavoro della madre è un “lavoro di fatica”, ecco perché l'italiano lo fanno fare soprattutto agli stranieri.
Io non sono molto d'accordo che il reddito di cittadinanza.
Sarebbe meglio migliorare il lavoro al posto di pagare qualcuno che non lavora.
L'Italia ha il problema che sta invecchiano.
Secondo me la soluzione è il “Reddito di maternità”. Lo stato da un reddito per i primi tre anni del figlio (finché non entrerà alla materna), la madre si deve impegnare a crescere il figlio in salute portando come prova i reperti del proprio pediatra.
viewUn uomo di nome Jack stava viaggiando in auto attraverso la campagna, quando improvvisamente la sua macchina si fermò. Era già notte e non c'era nessuno intorno. Jack decise di camminare lungo la strada sperando di trovare un telefono o aiuto.
Ma non appena iniziò a camminare, iniziò a sentire strani rumori provenienti dal buio della campagna. Il suo cuore iniziò a battere sempre più forte mentre i rumori si facevano sempre più vicini. Jack continuò a camminare, sperando che fosse solo la sua immaginazione.
Ma quando si voltò, vide qualcosa di orribile. Era una creatura alta e scheletrica che si avvicinava rapidamente a lui. La creatura aveva occhi vuoti e neri e una bocca piena di denti affilati.
Jack iniziò a correre, ma la creatura sembrava seguirlo ovunque andasse. Si accorse di avere la torcia con sé, ma quando la accese, vide che la creatura era sempre più vicina. Corse ancora più veloce, ma il rumore dei suoi passi era coperto dal suono dei passi della creatura.
All'improvviso, Jack si imbatté in un vecchio edificio abbandonato. Entrò sperando di trovare rifugio, ma lì dentro c'era solo oscurità e un odore di marcio. Si nascose in una stanza sperando di non essere trovato, ma i rumori si avvicinavano sempre di più.
La porta si aprì di colpo e la creatura entrò nella stanza. Jack si accasciò al suolo, tremando di paura. La creatura lo guardò, i suoi occhi vuoti penetravano nell'anima di Jack.
E poi, tutto si fermò. Jack si svegliò sulla strada accanto alla sua macchina, con il sole che spuntava all'orizzonte. Era solo un brutto sogno, ma quando si alzò, vide le impronte della creatura nella polvere. Si accorse che il suo incubo poteva diventare realtà.
broken
Creato da Midjourney
viewC'era una volta una piccola pietra delle Dolomiti di nome Pietro. Pietro era sempre stato contento della sua vita tra le montagne, ma un giorno decise che voleva vedere il mare.
Così, decise di partire per una grande avventura e si mise in viaggio. Il suo viaggio fu pieno di peripezie: attraversò fiumi, superò montagne e attraversò foreste. Ma ogni volta che arrivava vicino al mare, qualcosa gli impediva di arrivarci.
Un giorno, dopo molte avventure, Pietro finalmente riuscì ad arrivare sulla spiaggia. Era così eccitato che cominciò a saltellare, senza accorgersi che stava cadendo continuamente nell'acqua. Ma Pietro era ostinato e continuò a saltare finché non si rese conto che la sua forma stava cambiando.
La pietra delle Dolomiti si stava lentamente trasformando in sabbia! Pietro capì che il suo sogno di vedere il mare era stato realizzato, ma ora non era più una pietra. Era diventata sabbia e si mescolava con le altre particelle del mare.
Non era esattamente ciò che si aspettava, ma si rese conto che la bellezza del mare e della sua vastità era ciò che lo aveva conquistato. E adesso, Pietro era parte di quella bellezza, anche se non era più una pietra.
La morale della storia è che i nostri sogni possono non realizzarsi esattamente come li immaginiamo, ma la realtà può essere sorprendentemente bella. Inoltre, ogni esperienza che viviamo ci cambia in modo unico e speciale.
Rock