Un incontro impossibile.

Finito di suonare al night club mi avvio verso casa, sono le tre di mattina, sto attraversando il ponte coperto quando mi si avvicina un ragazzo, vestito elegante anni '20, mi ferma e mi chiede: «Hai da accendere ?» prendo l'accendino e accendendolo lo porgo.

Fa una lunga boccata poi mi dice ancora: «non ti avevo mai vista, sei molto gentile e molto bella». Ringrazio, sorrido e rispondo: «nemmeno io ti ho mai visto ma devo dire che sei elegantissimo, non sarai un nobile di Pavia vero?». Sorride poi mi invita a sedermi con lui sulla panchina in riva al fiume. Accetto perchè la sua voce gentile e i suoi modi di fare mi rendono sicura. Si chiacchiera di tutto, di come è Pavia, di come sono cambiate le persone e di poesie. Passiamo un'oretta piacevole, poi guardo l'orologio e dico: «Mio Dio come è tardi». Lui gentilmente mi prende la mano e mi sussurra: «posso accompagarti?» io mi chiamo Edmundo. «Si grazie ne sarei felice» risposi.

Ci incamminiamo e giunta sulla porta mi volgo verso di lui e lo ringrazio. «Io lavoro come pianista al night club in borgo, se vuoi puoi venire a sentirmi e chiedere di Nadia». Dico così con la speranza di rivederlo. Lui sorride e mi porge un biglietto da visita e fa: «vengo volentieri ma se ti piacciono le poesie ti aspetto a casa mia».

Ci salutiamo e me ne vado a dormire pensando all'incontro avuto. Il mattino dopo vado a quell' indirizzo, busso e viene ad aprire una signora sui 35 anni, la guardo è molto rassomigliante a Edmundo, sorridendo le dico: «Buon giorno signora, lei è sicuramente la mamma di Edmundo, le assomiglia moltissimo, sono stata invitata per leggere le sue poesie con lui». Mi guarda stupita con un sorriso misto a tristezza e mi invita ad entrare. Ci sediamo, poi con quel suo triste sorriso, dice: «Vuoi un caffè? raccontami come hai conosciuto Edmundo ne sarei felice». Le racconto tutto della sera precedente, con tutto il mio entusiasmo, parlo e racconto come se io e lei ci conoscessimo da sempre.

Bevuto il caffè, prima di andare via, la signora prende un libro e scrive qualcosa. Poi avvicinandosi dice: «Nadia prendi il libro di mio figlio, sei la prima e credo l'unica che merita di leggerlo. La tua sincerità e la tua purezza d'animo ti aiuterà a comprenderlo».

Prendo il libro, ringrazio e saluto. Sono felice, eccitata, voglio leggere subito quel libro tanto che alla prima panchina al parco mi fermo.

Apro la copertina e leggo la dedica A Nadia con affetto ed amore, Carlotta. Il mio sguardo cade su un ritaglio di giornale che era tra le pagine, rimango a bocca aperta e leggo:

18 gennaio 1927

Questa notte c'è stato un un suicidio a Pavia. Un giovane scrittore e poeta si è tolto la vita buttandosi dal ponte coperto, si vocifera di un suicidio per amore.

Rimango incredula, stupita e dispiaciuta, ma in fondo anche felice di quell'incontro.

Mai saprò se quell'incontro impossibile fu sogno o realtà

by Nadia Scotti

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