Richey James Edwards

Richey Edwards

Ieri era il primo febbraio e, leggendo un tweet che lo citava, ho realizzato che era anche il ventottesimo anniversario della scomparsa di Richey James Edwards. Ma chi era Richey James Edwards e perché la sua scomparsa è così importante? Richey James Edwards era il chitarrista di una band che, pur non essendo mai stata “mainstream” ha influenzato in maniera importante la musica degli anni '90: i Manic Street Preachers. Ora, qua dobbiamo per forza aprire una parentesi su questo gruppo. Formatisi a Blackwood in Galles, nel 1986 furono inizialmente un gruppo punk rock per poi spostarsi verso il rock alternativo. Nati e cresciuti nel clima degli scioperi dei minatori degli anni 80 i loro testi erano decisamente orientati verso posizioni nettamente socialiste. In pieno stile punk e influenzati dai loro idoli (Guns n' Roses, Sex Pistols), i Manics (come venivano chiamati) si fecero una pessima reputazione anche a causa degli attacchi a molte altre band in voga in UK in quel periodo. A quel tempo il loro obiettivo era “Fare un disco che vendesse più di Appetite For Destruction dei Guns, poi tre concerti come headliners a Wembley e poi sciogliersi) Richey James Edwards era, come già detto, il chitarrista dei Manic Street Preachers oltre che autore (o coautore assieme a Nick Wire) di tutti i loro testi. Personaggio sicuramente problematico e borderline (soffriva di anoressia nervosa e sono note le sue tendenze all'auto mutilazione e all'alcolismo) arrivò a incidersi sul braccio “4 REAL” con una lametta durante un'intervista col giornalista del New Musical Express Steve Lamacq, per garantire l'autenticità della band. La cosa gli costò un ricovero in ospedale e 17 punti di sutura. La svolta nella vita di Richey avvenne, per l'appunto, il 1° febbraio 1995, quando lasciò la sua stanza all'Hotel Embassy a Bayswater Road a Londra alle 7 del mattino e semplicemente sparì nel nulla. La sua auto sarà ritrovata abbandonata il 14 febbraio 1995 alla stazione di servizio Severn View, vicino ad un ponte sul fiume Severn. Nessuno lo ha mai più rivisto. Nonostante i numerosi avvistamenti (fino in India) di lui non si sono più avute notizie. Gli inquirenti e la famiglia riuscirono a ricostruire i suoi movimenti nelle due settimane che intercorsero tra la sua scomparsa e il ritrovamento della sua auto (vicino a un ponte teatro di suicidi nel passato). Lasciò l'hotel, tornò a casa (dove lasciò i suoi documenti e antidepressivi). Fu visto a Newport all’ufficio dei passaporti e ad una stazione bus. Il 7 febbraio prese un taxi con cui fece un tour per le zone della sua infanzia, compresa Blackwood. Si fece lasciare all’area di ristoro dove poi fu trovata la sua auto. L’auto era chiusa e forse per qualche giorno visse lì. Lasciò un pacco di libri incartato e un biglietto per una certa Jo, della quale, a quanto pare, era innamorato ma forse non ricambiato. Non fu mai trovato. Alcuni suppongono che si sia gettato dal ponte, e sia morto, ma in 28 anni il suo corpo non è mai stato trovato. E’ plausibile, visto il suo stato mentale, che abbia deciso di togliersi la vita, anche se nelle interviste lui aveva sempre detto di non averci mai pensato. Altri pensano che invece sia scappato, abbia cambiato vita e viva nell’anonimato. Ventototto anni fa era più facile sparire e non farsi più trovare. Negli anni ci sono stati alcuni avvistamenti: a Goa in india, insieme a degli hippy, e poi a Lanzarote e Fuerteventura alle Canarie. Ma nessuno di questi è stato mai confermato, nessuna prova. Nel 2008 fu dichiarato “presunto morto”, ma a noi piace pensare che viva felice in qualche parte del mondo libero finalmente dai suoi demoni.