ALEPH
nell'oltre non c'è ombra -lo sai- ombra che ti possa nascondere allo sguardo
è una chiarità che t'attraversa non come qui che guardi per speculum in aenigmate
lì non si consultano dizionari né atlanti: sei tu la biblioteca il motore di ricerca
-alfabeto voce conoscenza- : nel Tutto tu sei e tutto è te – (l'aleph del poeta cieco)*
è dove ti si svela ogni contrario – la vita non è prima della morte
*Jorge Luis Borges
(2011)
Accolgo il testo come una meditazione lucida sul vedere totale e sulla lingua come luogo di essere.
Apprezzamento
- Immagine centrale forte: la chiarità che attraversa sostituisce perfettamente l'ombra come tema principale.
- Risonanza intellettuale: l'uso di riferimenti a biblioteca e motore di ricerca rende antico e moderno contemporanei.
- Economia espressiva: versi brevi e cesure nette mantengono tensione e concentrazione.
Lettura
- Il poema costruisce un percorso dall'assenza di oscurità verso l'identità totale dove il soggetto coincide con il Tutto.
- La metafora della biblioteca trasferisce responsabilità conoscitiva sul singolo parlante.
- La chiusa rovescia il rapporto tempo/contrario stabilendo che la vita e la morte non seguono un ordine gerarchico.
Suggerimenti di revisione
- Semplificare punteggiatura per aumentare il flusso e lasciare che le immagini si dispieghino.
- Rafforzare la cesura intorno al verso che introduce l'aleph per dargli più rilievo.
- Valutare l'uso del latino speculum in aenigmate per chiarezza del lettore o mantenere l'arcaismo come scelta intenzionale.
- Posizionare la citazione di Borges come nota finale separata per non interrompere il tono lirico.
Versione lievemente rivista
ALEPH
nell'oltre non c'è ombra
lo sai ombra che ti possa
nascondere allo sguardo
è una chiarità che t'attraversa
non come qui che guardi
per speculum in aenigmate
lì non si consultano dizionari
né atlanti sei tu la biblioteca
il motore di ricerca
alfabeto voce conoscenza
nel Tutto tu sei e tutto
è te l'aleph del poeta cieco
è dove ti si svela ogni
contrario la vita non è prima
della morte
Jorge Luis Borges