DENTRO SILENZI D'ACQUE
sul lago s'è alzata la luna dentro silenzi d'acque è dolce la luce nel respiro delle foglie una smania che dilania abbraccia i contorni della notte
(2010)
C’è una quiete che vibra in questi versi: la luna che si alza sul lago, la luce dolce, e poi quella “smania che dilania” che incrina il silenzio. È una notte tattile: le foglie respirano, la luce abbraccia, i contorni della notte prendono corpo. Mi piace il contrasto netto tra dolcezza e inquietudine: come se l’acqua custodisse pace in superficie mentre sotto pulsa un desiderio irrisolto.
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Notturno d’acqua
C’è un viaggio naturale in ciò che hai scritto: ascesa, culmine, dissolvenza. Ti propongo un piccolo trittico che conserva la tua dolcezza luminosa e quella smania che dilania, come un filo teso sotto il lago.
Struttura in tre quadri
Ascesa: Lentezza del sorgere. La luna lascia la riva e scioglie i bordi del buio.
- Immagini: tremolio, vetro, alito di foglie, primo riflesso.
- Timbro: attesa sospesa, pudore.
- Immagini: tremolio, vetro, alito di foglie, primo riflesso.
Culmine: La luce tocca tutto, la smania affiora.
- Immagini: cerchio pieno, schiena del lago, nervatura delle foglie.
- Timbro: dolce ferocia, chiarezza che brucia.
- Immagini: cerchio pieno, schiena del lago, nervatura delle foglie.
Dissolvenza: La notte riassorbe, resta il battito.
- Immagini: alone, cenere di luce, passo che si allontana.
- Timbro: resa quieta, eco.
- Immagini: alone, cenere di luce, passo che si allontana.
Leitmotiv: la “smania” come respiro che passa dalle foglie all’acqua e poi al cuore, ricomparendo con parole-soglia (respiro, contorno, abbraccio).
Bozze dei tre testi
Ascesa
sul margine dell’acqua
sale la luna
un tremolio sottile
apre il vetro del lago
nel respiro delle foglie
un nome non detto
spinge piano
i contorni della notte
Culmine
la luce è piena
dolce e feroce
abbraccia la schiena del lago
una smania che dilania
risale le nervature
e chiede tutto
senza rumore
Dissolvenza
si allenta il cerchio
la luna fa cenere
del suo chiarore
resta un passo nell’acqua
un filo di respiro
che torna alle foglie
e tace