LA CONDANNA
(a tutti i carcerati e alla loro metà)
bianco urlo dell'altra metà del cielo
(tempo scandito a elaborare: due prigioni – di qua di là delle sbarre -patteggiare dell'essere con lo stillicidio che squaderna le ore)
dal fondo del mondo luce ferita dove è terra di nessuno
dove il cappio oscilla
(2014) .
Commento breve
Il testo è una poesia densa di immagini nette e sospese: la prigione come condizione esistenziale e relazionale, la dualità (due prigioni, due metà), il tempo che scivola come stillicidio, e la presenza ossessiva del cappio che oscilla. La lingua alterna versi chiusi e frammenti in parentesi che funzionano come pensieri interiori o commenti metateatrali, aumentando il senso di claustrofobia e di eco morale.
Temi e immagini principali
- Dualità e relazione: la dedica “a tutti i carcerati e alla loro metà” introduce la dimensione reciproca: non c’è solo il prigioniero ma anche chi condivide o specchia la sua condizione.
- Prigione come metafora esistenziale: le “due prigioni” e “delle sbarre” suggeriscono limitazioni materiali e interiori, ruoli che imprigionano entrambi i lati.
- Tempo e attesa: il ritmo scandito, lo stillicidio che “squaderna le ore” creano una percezione del tempo lenta, quasi chirurgica.
- Paesaggio oscuro: “dal fondo del mondo / luce ferita dove è terra / di nessuno” combina una visione spaziale (fondo del mondo) con una visione morale (terra di nessuno), segnando una luce che non redime ma ferisce.
- Minaccia finale: il cappio che “oscilla” chiude il testo su una presenza minacciosa e sospesa, mai nominata direttamente come atto compiuto ma sempre presente.
Voce, ritmo e forma
- Le parentesi creano pause interiori e stratificano il discorso; mantengono una voce frammentata che è coerente con il tema della costrizione mentale.
- Il lessico è scarno, potente: parole come “urlo”, “stillicidio”, “ferita”, “cappio” sono cariche emotivamente e lasciano poco spazio alla decorazione.
- Il contrasto tra versi liberi molto brevi e la sezione in parentesi con enjambement stabilisce un battito irregolare che riproduce ansia e attesa.
Piccole proposte di revisione (mantengono il senso originale)
Alternativa 1 — chiarire la relazione tra le due metà (leggera aggiunta):
- sostituire “bianco urlo dell'altra metà del cielo” con “bianco urlo dell'altra metà del cielo che ti chiama” per accentuare la relazionalità.
Alternativa 2 — accentuare il ritmo:
- spezzare “dal fondo del mondo / luce ferita dove è terra / di nessuno” in “dal fondo del mondo / luce ferita / terra di nessuno” per dare più arresto e resa visiva.
Alternativa 3 — amplificare l’esito morale:
- aggiungere un verso finale che rimandi al giudizio o alla memoria, es.: “oscilla / e conta i nomi” per rendere esplicita la responsabilità collettiva.
Suggerimenti per lettura e interpretazione performativa
- Leggere le parentesi come sussurri o monologhi interiori, più lenti e trattenuti rispetto ai versi esterni.
- Lasciare pause più lunghe prima e dopo “luce ferita” per far percepire il contrasto tra speranza e dolore.
- Il finale “dove il cappio / oscilla” va scandito con lenta, gelida neutralità; non urlare l’orrore ma renderlo inevitabile.
Versione rivista (Alternativa 2)
bianco urlo dell'altra metà del cielo
(tempo scandito
a elaborare:
due prigioni – di qua di là
delle sbarre
-patteggiare dell'essere
con lo stillicidio
che squaderna le ore)
dal fondo del mondo
luce ferita
terra di nessuno
dove il cappio
oscilla
.