Nessun Problema è sufficientemente lontano.
Io mi ricordo...
Metà anni 90, un sabato in giro per la città, una bancarella tra l'edicola e il duomo. Degli uomini stranieri mostravano foto di persone torturate e uccise e raccoglievano firme contro un dittatore lontano e sconosciuto. Per ricordarmelo ancora adesso, evidentemente la cosa mi ha segnato profondamente. Mi dispiaceva tanto, ma io cosa potevo fare (allora minorenne) per aiutare quelle persone? (a ripensarci adesso, probabilmente Curdi torturati e uccisi sotto Saddam Hussein)
Primi anni 2000, internet. Per un po' di tempo sono circolate le mail che raccontavano la situazione delle donne afghane dopo il ritorno dei talebani, l'impossibilità per le donne di lavorare, di andare a scuola, di uscire da sole, e l'appello per fare qualcosa per aiutarle. Anche qui, mi dispiaceva, ma io cosa potevo fare per aiutarle?
Ecco, anni dopo, quei problemi lontani di persone sconosciute sono arrivati a bussare alla mia porta di casa, con le missioni militari di “pace”, gli attentati in Europa, l'aumento delle spese militari e la conseguente erosione delle spese in campo sociale, l'arrivo di profughi traumatizzati, il finanziamento della criminalità organizzata nella tratta di esseri umani, i controlli invasivi negli aeroporti, ...
Tempo fa ho letto un articolo scritto da un marinaio di un sommergibile, raccontava la sua esperienza. Diceva che in un sommergibile se c'è un incendio, tutti vanno verso il problema per cercare di risolverlo al più presto, e non fuggono dalla parte opposta, perché è inutile, anzi, dannoso. Perché in sostanza in un sommergibile, nessun problema è sufficientemente lontano.
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