Pensieri sparsi

Ho questo ricordo che si presenta apparentemente senza causa scatenante. Sono piccolo, molto piccolo, non so ancora camminare e questo lo so per certo dalla percezione che ho di me nel ricordo.
Sono seduto sul sedile posteriore dell'auto dei miei genitori, probabilmente racchiuso in una specie di seggiolino – si sta parlando della seconda metà degli anni '70 del secolo scorso, quindi non so quali fossero i sistemi di sicurezza per i viaggi in auto dei neonati, ma credo che già la presenza della cintura di sicurezza fosse quasi fantascienza – . Il ricordo è breve e inizia in questo momento. Nella mente ho l'immagine di mia madre che si infila nel vano della porta dell'auto e mi raccoglie. Sono infagottato in quello che in età adulta posso definire come un plaid, realizzato con il classico tema che ricorda il Kilt scozzese. Mi ricordo perfettamente il punto di vista che ho quando sono fuori dalla vettura; stiamo entrando attraverso il cancello carrabile nel vialetto di ghiaia che porta sul retro della casa dei miei nonni materni. Mia nonna si sta avvicinando e io mi sento quasi in volo nel momento in cui le mani di mia madre mi staccano dal suo petto e mi porgono verso le mani dell'altra. Un attimo di volo leggero, dura pochissimo, il tempo di cogliere il punto di vista dal petto di lei verso mia madre che ci saluta, poi probabilmente mi sono addormentato. Come detto il ricordo è di per sé brevissimo e confrontandomi con altre persone non ho mai trovato nessun altro che avesse un ricordo così posteriore della sua vita. Per pura curiosità e speculazione personale, mi sono anche chiesto cosa determini il mantenimento di un ricordo così lontano nella memoria a lungo termine , quando in teoria i processi cognitivi del mio cervello dovrebbero considerarlo decisamente inutile da trattenere. Mi chiedo se il ricordo non mi abbia abbandonato negli anni perché, in fin dei conti, è probabilmente quello che amo di più; è un brevissimo flash che nella sua rapidità riesco comunque a mantenere a lungo nella mia mente e ogni volta mi appaga profondamente per la sensazione che ho nel ritrovarmi nei miei occhi di neonato o poco più, per la sensazione di poter fuggire per un attimo dalla realtà tangibile del qui e ora e potermi godere nuovamente una frazione di semplice e candida vita biologica slegata da tutto ciò che è il filtro della mente, mente che da quando inizia a pensare in modo cosciente non ci abbandona più. Adesso che sto scrivendo capisco che forse è proprio questo il motivo per il quale il ricordo permane; probabilmente è un piccolo momento di fuga che la mia mente ha mantenuto vivo sapendo che lì posso ritrovare un attimo di pace, che posso ritornare indietro nel tempo in un momento della mia vita dove tutto era semplice, dove non sapevo nulla e mi bastavano due mani che mi tenessero avvolto in un caldo plaid.