L'istinto paterno del criminale
In Ignazio Denner di E.T.A. Hoffmann, il brigante che dà il nome al racconto commette ogni sorta di nefandezza, incluso l'infanticidio del figlio di Andrea, il guardacaccia protagonista della storia, e di sua moglie Giorgina. Prima che la coppia si renda conto della vera identità dell'uomo che ospitano occasionalmente, scambiandolo per un mercante di passaggio, Denner si mostra sinceramente interessato al bambino. Manifesta ai genitori l'intenzione di sottrarlo alla miseria in cui vive, di offrirgli un'educazione, lo vezzeggia e lo tratta quasi come un figlio, giustificando il suo comportamento con il fatto di non aver egli stesso dei figli.
Come spesso accade, i criminali amano comportarsi e mostrarsi come padri amorevoli. Questo atteggiamento, così come il professarsi profondamente religiosi, probabilmente nasce dal bisogno di mascherare la loro natura malvagia e di aggrapparsi a qualcosa che renda sopportabile una vita vissuta negli abissi più oscuri dell'animo umano. Di certo non si tratta di amore sincero o di rispetto, considerando che alcuni di questi cosiddetti padri amorevoli non esitano a sciogliere bambini nell'acido o a ripudiare, e persino uccidere, il proprio figlio per convenienza o per non infrangere le regole del crimine.