Riflessioni 31/12/2024

Non si dovrebbe dare seguito ai propri pensieri mentre si medita, tuttavia questa mattina la mente ha fatto il suo giretto al di fuori del recinto in cui doveva rimanare (l'osservazione del respiro) e ha pascolato parecchio. Non che accada raramente, d'altraparte è così che deve funzionare la meditazione: ti accorgi che stai divagando e la riporti al respiro. Tuttavia il trenino di pensieri mi ha lasciato una bella sensazione, allora l'ho ricostrutito e addeso provo a metterlo per iscritto per vedere se lo stato di benessere era uno stato indotto oppure continua ad avere un suo fascino. Il tutto è partito dalla frase “Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura, una volta sola” attribuita a Borsellino. La morte mi fa paura, e questa paura mi impedisce di vivere appieno la vita, che è un bell'ossimoro. Siccome non sono proprio giovane questa cosa va risolta, meglio prima che dopo. Il buddismo mi affiscina molto, non quanto risposta al mistero della morte (non credo nella reincarnazione), ma quanto approcio per fare pace con la morte, per appunto, non averne più paura. Però temporeggio, come l'aneddoto dell'uomo colpito dalla freccia raccontato dal Buddha: come lui (“lui” non è il Buddha ma il pirla ferito dall freccia) mi arrovello su questioni che sono irrisolvibili e che non mi portano giovamento. Cosa mi impedisce di abbeverarmi senza riserve al buddismo e togliermi la freccia? Il motivo è che esso è basato sulla comprensione di dukka, anitta, anacca. Fino a dukka e anitta non ho particolare problemi ma su anacca mi blocco. Penso sia normale, avere paura di morire vuol dire avere paura di cessare di essere se stessi. Se avessi compreso anacca non ci sarebbe un “se” di cui preoccuparsi. Sembra abbia le spalle al muro, per togliersi la freccia l'unica via sembra quella di lasciarsi andare al concetto di Anacca. Ehi aspetta, anche Anacca mi fa paura, scoprire di non avere un “se” mi fa venire le vertigini! E' evidente che sia un cacasotto. Almeno il Buddha mette a disposizione strumenti per la sua comprensione. E fosse anche una sorta di autoinganno lo vedo privo di effetti collateralli, al più rischio di diventare un arahant! Per concludere il filo di pensieri che mi ha attraversato la testa questa mattina: devo provare con il cuore e con la mente a comprendere anacca per togliere la freccia avvelenata fottendonese di chi l'ha tirata, di che colore era, etc. etc.. Sì, direi che il filo di pensieri mi soddisfa anche dopo la meditazione. Buona vita a tutti.