Uscire da Facebook

Terrorismo

“Non è facile uscire da Facebook, le persone sono tutte lì, non ci sono alternative”, quanto terrorismo mi hanno fatto!

Eppure a una settimana dalla disinstallazione dell'app mobile e un giorno dall'eliminazione programmata, credo di aver riscoperto Internet anche se la rete è sempre rimasta a mia disposizione.

La verità è che queste piattaforme di massa ti impigriscono facendoti credere di avere ogni cosa a portata di mano, e questo era in parte vero fino a quando avevi la home con tutti i post in ordine cronologico. Potevi smettere di seguire uno che non ti interessava ed era finita lì.

Algoritmo e maga

Invece da quando l'algoritmo ha iniziato a dominare, anche se avevi tolto dalla sezione notizie gli amici che seguivano “i link di zia Fedora” ti trovi la zia in oggetto che vola sulla scopa al posto della befana e ti piazza i suoi link in bella mostra, ignorando la tua volontà.

Poi ti ride anche in faccia quando nascondi i post, perché sa di poter ricomparirti sotto le spoglie di zia Pina, zia Adriana e chissà chi altra.

Ah, naturalmente poi cambia forma e diventa MAGA, perché in realtà quella è stata la sua identità da sempre, orgogliosa dei poteri che le danno la capacità di trasformarsi in chi vuole.

NOTA: il riferimento alla donna non è sessismo ma deriva da una pagina esistente “i link di zia Fedora” e un gioco di parole sull'acronimo usato dai sostenitori di Trump.

Perdere tempo

“Per iscriversi al Fediverso si perde tempo a informarsi, a leggere regole, a cercare l'istanza giusta”. Ma allora?

“Perdere tempo” è un concetto relativo come “sprecare soldi”: il valore che Tizio dà al denaro non è detto sia lo stesso che gli dà Caio – uno prende la macchina da centomila euro e l'altro preferisce investire più sulla ristrutturazione della casa perché ha obiettivi di risparmio energetico ed economico a lungo termine.

Le stesse considerazioni si possono fare per il tempo: per uno può essere un investimento leggere e informarti prima di iscriverti, scegliere il posto giusto e poi avere una gestione social senza contenuti indesiderati.

Per un altro invece, iscriversi in pochi minuti senza curarsi delle regole e trovarsi un'interfaccia a suo dire “intuitiva”, può avere più valore e non importa se a lungo termine ci si riempie di spazzatura. “Basta farsela scivolare addosso, dopotutto.”

Uscire da Facebook: facile o difficile?

In pratica, per uscire basta scegliere impostazioni –> centro gestione account –> dettagli personali –> proprietà profilo –> disattiva/elimina profilo.

Dopo però i tuoi dati stanno ancora lì per 30 giorni perché Meta spera di vederti tornare indietro. Io avevo già eliminato un profilo nel 2014 e i giorni erano 14, ora li hanno aumentati.

La semplicità a uscirne però non riguarda solo l'interfaccia, che per alcuni può già essere complessa, ma dipende da come si vive Internet.

Se vivi la rete in modo passivo, bastano pochi contatti e sempre quelli, allora i social commerciali vanno benissimo: ci sono gli sportivi, i giornali generalisti, le celebrità e i vecchi amici... un po' come scegliere tra la tv e un canale non commerciale.

Inutile prendersi in giro, i personaggi celebri vanno sul Fediverso se a loro conviene.

Io personalmente ho trovato molto semplice lasciare Facebook perché non mi interessa di celebrità e tutto quello che c'è dietro, mi dispiace solo per una pagina di enigmistica – “101 anagrammi zen” reperibile solo su Facebook, Instagram e X.

Quello che non posso al momento lasciare invece è WhatsApp, perché molte persone hanno sostituito i messaggi “tradizionali” con quello e non li posso costringere a cercare alternative.

Con tutto il casino che sta facendo Facebook con la storia del fact checking e la moderazione, spero e mi auguro che sempre più persone capiscano che Internet è un mondo in espansione e chiudersi nella propria zona comoda è un errore.

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