Come cambierà il consumo di energia con l’evolversi della temperatura della Terra?

Gli scienziati del clima sottolineano da anni i pericoli connessi all’aumento delle temperature sul nostro pianeta. Personalmente ritengo attendibili i modelli previsionali che vengono utilizzati e considero gli eventi climatici estremi come la triste riprova sperimentale che gli scenari ipotizzati sono reali.

Ovviamente, sarebbe auspicabile che i governi dei paesi maggiormente responsabili del riscaldamento globale attuassero i cambiamenti necessari per rispettare gli accordi internazionali sul clima e sperare che gli obiettivi fissati siano adeguati a contenere la situazione.

Ho però il grosso timore che si vada esattamente nella direzione opposta!

Il monitoraggio delle temperature in vari paesi riporta già che alcune città hanno sperimentato temperature estreme per un significativo numero di giorni all’anno: nella capitale del Niger, Niamey, si è superata la soglia dei 100 gradi Fahrenheit (38 gradi Celsius) per 174 giorni in un anno. La città di Basra, in Iraq, ha superato la stessa soglia per 168 giorni e Bombay per 62 giorni. In queste condizioni il ricorso all’aria condizionata diventa una pura questione di sopravvivenza. Infatti, gli studi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia prevedono che nel mondo verranno installati altri quattro miliardi di unità per aria condizionata, in particolare in paesi con economie in crescita quali l’India e l’Indonesia, paesi soggetti negli ultimi anni a severe ondate di caldo.

https://www.scientificamerican.com/article/air-conditioning-should-be-a-human-right-in-the-climate-crisis/

Uno scenario nei prossimi anni potrebbe quindi esssere: temperature che aumentano in tutto il mondo, aumenta il ricorso a sistemi di raffreddamento dell’aria (oltre ad avere migrazioni di massa ed altri fenomeni sociali), aumenta la richiesta di energia, alla quale si cercherà di rispondere aumentando la produzione di energia (da fonti non rinnovabili ?!?) creando così un perfetto (e drammatico) corto circuito. Come interromperlo?

E’ importante considerare che le regioni tropicali si presterebbero bene all’installazione di impianti solari per rispondere ai picchi di richiesta energetica proprio nelle ore più calde, cioè disporre di più energia (pulita) proprio quando ne serve maggiormente. I governi dovrebbero aiutare questa transizione, supportandola con investimenti rivolti sia alla produzione di energia rinnovabile che all’efficientamento degli edifici e degli impianti stessi. Investimenti ampiamente giustificati da un futuro altrimenti molto critico.

E’ vero che la produzione di energia dal sole risenta delle stagioni e pone il problema di come fare durante l’inverno. Lo studio https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.1704339114 ha preso in esame l’evoluzione dei consumi in vari paesi, considerando le giornate di massima richiesta. Si evidenzia che anche i paesi più freschi, quali quelli del nord Europa, oltre ad avere un consumo energetico importante durante l’inverno, sono indirizzati verso un ricorso sempre più intenso a sistemi di condizionamento durante l'estate. Una necessità che non si era mai manifestata nelle decadi scorse.

Come, e dove, trovare questa energia? Un importante filone per uno sviluppo sostenibile riguarda i sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta in eccesso ma, ulteriormente, una rete elettrica sempre più internazionale potrebbe utilizzare gli eccessi di produzione energetica di un paese verso paesi che ne hanno bisogno, sfruttando l’alternanza di giorno/notte nonchè le diverse stagionalità tra l’emisfero boreale e quello australe.

Un esempio di ciò è il progetto Atipodas, presentato durante il vertice APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) del 2021 dal Presidente cileno Sebastián Piñera. L’idea è quella di esportare in Asia l’energia solare prodotta in Cile utilizzando una rete di cavi sottomarini. Energia pulita prodotta durante il giorno il cui eccesso rispetto ai consumi locali può contribuire a soddisfare la domanda di elettricità notturna dall’altra parte della Terra.

Le emergenze in corso devono spingerci a ragionare sempre di più in termini di una unica comunità energetica, composta da tutti gli abitanti del pianeta Terra (includendo ogni forma di vita) e condividendo le risorse naturali rinnovabili che possono variare sia in termini di richiesta che di produzione.